Affari Europei
Russia, crolla l'export del Made in Italy. Tutta colpa delle sanzioni Ue

Ad aprile 2015 le vendite di prodotti Made in Italy verso la Russia è crollato del 29,5%. Non è un caso ma la pesante conseguenza delle sanzioni imposte dall'Ue a Mosca, che ha risposto col divieto di importazione di vari prodotti europei. L'ultimo rapporto Istat segnala in tutta la sua profondità il caso.
I dati mostrano che, rispetto al mese precedente, i flussi commerciali dell'Italia con i paesi extra-Ue hanno avuto dinamiche divergenti, con un calo congiunturale del 2% nelle esportazioni e un aumento dell'1,5% nelle importazioni. La flessione congiunturale dell’export (-2,0%) è determinata dalla diminuzione delle vendite di beni strumentali (-6,8%) e di energia (-5,4%). In espansione rispetto a marzo sono invece i beni di consumo durevoli (+5,0%), quelli non durevoli (+1,9%) e i prodotti intermedi (+1,0%).
La flessione più consistente delle vendite si è registrata verso il Giappone (-6,6%) e soprattutto verso la Russia (come detto -29,5%). Un calo vertiginoso compensato dall'aumento di esportazioni verso gli Stati Uniti (+36,4%) e Cina (+17,9%). Il calo di rapporti commerciali con la Russia prosegue invece anche nelle importazioni (-10%). Il motivo è presto detto: pesa in maniera decisiva l'embargo imposto nell'agosto 2014 da Mosca su alcune categorie di prodotti provenienti dall'Ue. Una risposta, quella di Mosca, arrivata dopo le pesanti sanzioni europee.
Il Cremlino ha infatti disposto il divieto di importazione di 51 categorie di prodotti agricoli e alimentari tra cui carne, formaggi, latticini, frutta e verdura. Successivamente il divieto si è allargato a prodotti tessili, di abbigliamento, calzaturieri. Tutte categorie nelle quali l'import russo dall'Italia era molto alto. Secondo un'indagine di Coldiretti, già nel primo trimestre dall'avvio dell'embargo (agosto-ottobre 2014), gli acquisti di prodotti italiani in Russia sono crollati per un ammontare di 298 milioni di euro. Le associazioni di categoria, come sottolinea Euractiv, stanno alzando la voce per ottenere da Bruxelles una proroga dei fondi di emergenza concessi dopo la crisi diplomatica con Mosca e le conseguenze sanzioni. Si attende ora un nuovo intervento a livello comunitario.