Inchiesta Covid, i familiari delle vittime: "Finalmente si riscrive la storia"

Esultano i parenti dei migliaia di morti che da 3 anni attendevano risposte: "Le vittime hanno pagato il prezzo dell'incompetenza istituzionale"

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Inchiesta Covid: "Ora qualcuno dovrà risponderne. Basta omertà"

Dopo tre anni si sono concluse le indagini sulla gestione dell'emergenza Covid in Italia, in particolare sul tardivo intervento del governo e della Regione Lombardia dopo lo scoppio del focolaio nella Bergamasca. La Procura ha iscritto nel registro degli indagati 20 persone, tra cui l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza e l'attuale presidente della Lombardia Attilio Fontana. Per i pm di Bergamo - si legge sul Corriere della Sera - "sono emerse criticità" nella gestione della prima fase. A fronte delle migliaia di morti, dice il procuratore Antonio Chiappani, "abbiamo ritenuto che tutto il materiale investigativo sia sottoposto anche ad altri occhi e non solo a quelli della Procura, da un lato al contraddittorio con tutti i soggetti interessati e dall’altro al vaglio del giudice".

I familiari delle vittime, riuniti nell’associazione «Sereni e sempre uniti», - prosegue il Corriere - celebrano la chiusura delle indagini: «Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda. La storia di un’Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera del 2020 non a causa del Covid ma per delle precise decisioni o mancate decisioni. Da sempre ci siamo battuti per la verità per i nostri cari, nonostante l’omertà che ha contraddistinto questa vicenda». L’iscrizione nel registro degli indagati dei vertici dei governi nazionale e regionale «non ci restituisce i nostri cari ma onora la memoria di chi ha pagato in prima persona». Gli avvocati dell’associazione, vanno anche oltre: «Oggi si è stabilito che le vittime hanno pagato il prezzo dell’inefficienza e dell’incompetenza istituzionale. E qualcuno dovrà risponderne». Familiari e legali di «Sereni e sempre uniti» stamattina si riuniranno fuori dalla procura di Bergamo per «testimoniare gratitudine ai magistrati».

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