Bracciante morto: turni da 12 ore senza acqua. Datore condannato a 14 anni

La Corte d'Assise di Lecce ha condannato anche il reclutatore di migranti per le condizioni di lavoro massacranti nei campi, sotto il sole cocente

Cronache

Bracciante morto: condanne per capo azienda e reclutatore 

Una sentenza del tribunale di Lecce, segna una svolta destinata a fare giurisprudenza nella tragica vicenda dello sfruttamento dei braccianti nei campi. Per la morte a Nardò, di un uomo sudanese, la Corte d'Assise ha inflitto 14 anni e sei mesi di reclusione a Giuseppe Mariano, di Porto Cesareo, datore di lavoro e titolare di fatto di un’azienda agricola e Elsalih Mohamed conosciuto con il nome di Sale, indicato come l’effettivo reclutatore della manodopera straniera.

Il pm titolare del fasicolo, nella scorsa udienza aveva invocato 11 anni e sei mesi. Secondo quanto emerso dalle indagini, la vittima, il 47enne Muhamed Abdullah, addetto alla raccolta di pomodori, era fra coloro che venivano sottoposti a ritmi sfiancanti per 10-12 ore di seguito. Sotto il sole cocente, senza acqua potabile a disposizione senza condizioni, per alleviare la calura dell’estate salentina nei campi di pomodori. I due imputati sono stati anche condannati al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, da liquidarsi in separata sede, con una provvisionale di 50mila euro per i familiari.

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