Coniugi uccisi nel brindisino: ha confessato il fratello della vittima

Il caso dei coniugi uccisi nel brindisino con diversi colpi di fucile, il fratello doveva incontrare la vittima per l'eredità

di Fabiana Agnello
Cronache

Coniugi uccisi nel brindisino, arrestato il fratello della vittima

Svolta nelle indagini sul duplice omicidio di Tonino Calò e Caterina Martucci, i coniugi ammazzati a fucilate nella loro casa a Serranova, in contrada Canali, nel brindisino:il fratello della vittima, Cosimo Calò, ha confessato l'omicidio ed è quindi in stato di fermo. Avendo più di 80 anni, per lui saranno disposti gli arresti domiciliari. A quanto risulta ad Affaritaliani.it a scatenare il raptus omicida una lite sull'eredità che ammonterebbe a circa 100mila euro e a dei terreni. Questa mattina l'uomo è stato accompagnato nella caserma dei carabinieri di San Vito dei Normanni, assistito dall'avvocato Carmela Roma del foro di Brindisi. L'iscrizione è avvenuta dopo l'interrogatorio del pm titolare del fascicolo, Francesco Carluccio.

I fatti

Nella serata di mercoledì 1 marzo, intorno alle 18.30, Carmelo Calò, fratello di Tonino Calò e cognato di Caterina Martucci, ha trovato i cadaveri dei coniugi e ha allertato i carabinieri. Mentre l'uomo giaceva all'ingresso in una pozza di sangue, con un colpo di fucile entrato dalla mascella, la moglie Caterina era riversa nella stanza da letto con due colpi d'arma da fuoco alla testa. Tonino ha raccontato ai carabinieri di aver chiamato più volte il fratello con cui aveva un appuntamento e non avendo avuto risposta ha aperto la porta di casa (chiusa, ma non a chiave). Accesa la luce, la macabra scoperta dei cadaveri.


Il luogo del delitto

L'appuntamento dall'avvocato e le questioni legate all'eredità

L'appuntamento con il fratello Tonino era per recarsi insieme da un avvocato e discutere di alcune questioni familiari legate all'eredità. Pare, da alcune indiscrezioni, questioni sorte a seguito dell'apertura del testamento avvenuta alla morte del fratello Angelo Calò, proprietario della casa in contrada Canali, davanti all'abitazione di Tonino e Caterina. Casa lasciata in eredità proprio a Tonino Calò e Caterina Martucci.


Tonino Calò

La pista battuta dagli investigatori: questioni familiari

Fin dal primo momento la pista battuta dagli investigatori è stata quella familiare, avendo escluso la rapina a causa della situazione di indigenza presentata da Tonino e Caterina e dal fatto che dalla casa non mancasse nulla.

I due vivevano entrambe della pensione sociale, della raccolta di verdura stagionale, allevavano tre caprette e alcune oche. A volte, come hanno testimoniato alcuni cittadini della borgata di Serranova, Tonino chiedeva in prestito dei soldi per poter fare la spesa e appena riceveva la pensione, li restituiva. "Erano brave persone, volute bene da tutti", hanno detto a Serranova.

L'arma del delitto

L'arma del delitto, pare un fucile a cannemozze, non è stata ancora trovata dagli investigatori, anche se nella giornata del 7 marzo i carabinieri del Nor di San Vito dei Normanni, hanno sequestrato un fucile detenuto legalmente da Cosimo Calò.


Caterina Martucci

La raccolta fondi per il funerale

Tonino Iaia, titolare del bar e alimentari di Serranova, ha avviato una colletta per sostenere i costi dei funerali di Tonino Calò e Caterina Martucci, anche se la famiglia avrebbe potuto permetterselo. Tuttavia, il nobile gesto di Tonino Iaia e di chi sta aderendo alla raccolta, dimostra l'affetto e l'unione dell'intera comunità di Serranova nei confronti dei due coniugi brutalmente assassinati.

L'autopsia

L'autopsia dei cadaveri non è stata ancora disposta anche se è stato incaricato il medico legale Domenico Urso. Sarà questa a permettere di stabilire l'ora precisa del duplice omicidio di Tonino Calò e Caterina Martucci.

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