Il divieto sull’uso di camini a biomassa e di stufe a pellet è (quasi) realtà

Il provvedimento sarebbe ancor più stringente delle norme attuali che in molte regioni (specie del Nord) sono in vigore già da anni in materia di riscaldamento

di nredazione cronache
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Crisi energetica, potrebbe arrivare il divieto per i camini e le stufe a pellet

In questo primo inverno trascorso dopo l’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, sono schizzati i prezzi per le forniture di gas ed energia, tra calo bollette e inflazione.  Di conseguenza, in molti si sono ingegnati per trovare metodi di riscaldamento alternativi, più economici e accessibili. A questo scopo, le stufe a pellet e i camini a biomassa si sono rivelati le soluzioni migliori. Il problema però è che questo combustibile naturale non è passato indenne dal rialzo delle materie prime: arrivando addirittura a triplicare il suo prezzo.

Ora sembra che l’Italia stia valutando di bandire l’uso di entrambe per ragioni di inquinamento ambientale. Per ora non è ancora confermato il provvedimento, ma anche lo fosse, le restrizioni sarebbero differenziate tra le varie regioni.

Divieto di usare camini a biomassa e stufe a pellet, le disposizioni di ogni regione

In Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto è già vietato da molti anni l’uso di alcuni tipi di stufe e camini che non rispettano i criteri di emissione previsti per non aggravare l’inquinamento atmosferico. Vediamoli nel particolare.

Come riporta Greenme, dal 2022 la Lombardia obbliga ad installare generatori di ultima generazione (dalla classe classe 4 in poi) e utilizzare pellet di qualità.  In Veneto, è in parte lo stesso: fin dal 2017 infatti la regione bandisce tutti i generatori di calore alimentati a biomassa legnosa che non rientrino almeno nelle quarta classe. Ciò nel caso sia già presente un impianto di riscaldamento alternativo.

Il Piemonte è lievemente più “permissivo”: qui il divieto, attivo dal 2019, è per i generatori sotto i 35 Kw e la classe minima ammessa è 3 stelle. Gli stessi criteri vigono anche nel provvedimento preso dalla Toscana, quando fu introdotto anche il valore limite delle concentrazioni di Pm10. Nel resto d’Italia invece restano valide, fino a nuovo ordine, le norme generali già vigenti che riguardano l’installazione di questi apparecchi di riscaldamento, tali da tutelare l’ambiente e la salute umana.

 

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