Ultima Generazione: "I veri criminali sono i politici. Ecco chi ci finanzia"

Chi sono gli attivisti che hanno imbrattato il Senato: "Hanno paura delle nostre ragioni, per questo scatta la repressione"

Di Lorenzo Zacchetti
Cronache

"Imbrattare il Senato non è un crimine. Gli accordi che danneggiano la salute invece sì"

 

“Ci trattano da criminali, ma i criminali sono loro: i politici. Ci stanno mandando a morire con questi accordi con le industrie estrattive, che richiederanno almeno altri vent'anni di emissioni climalteranti”. Chi sono i ragazzi di Ultima Generazione, l'organizzazione ecologista che sta facendo parlare di se' per una serie di iniziative controverse, fino all'imbrattamento dell'ingresso del Senato nella giornata di ieri (2 gennaio)? Beh, intanto va detto che non sono tutti ragazzi, come ci spiega l'attivista Giulio Giuli: “Io ho quasi 60 anni, sono un pensionato e ormai è questa la mia attività a tempo pieno. Certo, il nostro gruppo è formato prevalentemente da giovani, ma ci sono anche dei 65enni. Ognuno ha il suo ruolo”.

Come funziona la vostra organizzazione?

“Non ci muoviamo in maniera improvvisata o auto-organizzata. Ci sono dei compiti specifici, che vanno dalla preparazione delle azioni dimostrative, al rapporto con i media”

E lei nello specifico di che cosa si occupa?

“Della raccolta fondi e del supporto legale”

Come vi finanziate?

“Attraverso il crowdfunding, soprattutto via social network. Poi, come Extinction Rebellion a tutti gli altri gruppi ambientalisti, siamo sostenuti economicamenti dal fondo internazionale CEF – Climate Emergency Fund”

E chi c'è dietro questo fondo?

“Non si può dire in maniera specifica. I donatori sono anonimi. Chiunque può dare il proprio contributo. Quello che si può dire è che ci sono delle immagini pubbliche molto conosciuti, quali il filosofo e linguista Noam Chomsky e il regista Adam Mc Kay. Sono persone benestanti, ma che hanno capito che se andiamo avanti di questo passo salta tutto, per tutti. Per questo impegnano parte del loro patrimonio nella battaglia per la salvezza del pianeta, scopo più utile che farsi qualche viaggio sul jet privato o acquistare una macchina di lusso”

Quello che volete è molto chiaro: stimolare la politica a fare azioni concrete per scongiurare il disastro ambientale. Tuttavia, non a tutti piacciono le modalità con le quali esprimete le vostre istanze, ad esempio l'imbrattamento dell'ingresso del Senato: non temete che queste azioni possono essere controproducenti?

“No e non è un'opinione personale, bensì il risultato di diverse analisi sociologiche. La polarizzazione fa sì che ad essere notate siano appunto quelle azioni che dividono l'opinione pubblica, anche suscitando reazioni contrarie. E comunque anche con l'incursione al Senato abbiamo ottenuto diversi consensi. Ad esempio, ci ha fatto molto piacere l'editoriale di Stefano Feltri, direttore de Il Domani, che riconosce le nostre ragioni. Stiamo inoltre parlando di un'azione compiuta con la vernice lavabile, infatti l'ingresso del Senato è già stato ripulito. Non sono questi i crimini: i crimini sono ben altri”

Ovvero quali?

“I crimini sono quelli perpetrati da una classe politica che rinnova gli accordi con le industrie estrattive, che richiederanno almeno altri vent'anni di emissioni climalteranti. Sono i tempi necessari perché rientrino dagli investimenti, ma intanto danneggiano la salute pubblica. Ci mandano a morire. Questi sono i veri crimini, non certo le nostre azioni. Anzi, grazie a loro i media si stanno accorgendo: abbiamo ottenuto attenzione creando disturbo all'opinione pubblica”

Eppure a essere trattati come criminali siete proprio voi: ci aggiorna sulla situazione di Simone, il vostro attivista?

“Simone ha vent'anni e per lui è stata richiesto il regime di sorveglianza speciale, sebbene sia un ragazzo incensurato. Ha partecipato a molte azioni, certo, ma non ha mai subito alcuna condanna. Stiamo cercando di stimolare il massimo di attenzione e mobilitazione possibile. Il 10 gennaio saremo in presidio al Tribunale di Milano, dove si svolgerà l'udienza sulla richiesta di sorveglianza speciale. Questo strumento, come i fogli di via che vengono emanati con facilità, esistevano già prima, ma ora vengono inseriti nel novero dei provvedimenti che si utilizzano contro mafiosi, terroristi e individui socialmente pericolosi. Lo stesso è accaduto con le tre persone arrestate ieri per l'azione al Senato: hanno passato la notte in una cella di sorveglianza e, dopo l'udienza per la convalida del fermo, a breve si deciderà se procedere per direttissima o con rito ordinario. E poi ci sono le due ragazze che li accompagnavano: sono state rilasciate alle dieci di sera, dopo essere state trattenute per 14 ore e senza i loro telefoni, sequestrati. Ma è possibile che le forze dell'ordine si comportino così, con due ragazze appena ventenni?!”

Come se lo spiega?

“Hanno paura. Del cambiamento climatico ormai parlano tutti i media e ieri la nostra azione al Senato era la terza notizia del TG5. La politica ha paura e quindi scatta la repressione”.

 

Il Senato imbrattato da Ultima Generazione
 
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