Bonomi: "Manovra poco attenta al lavoro: per il cuneo serviva intervento choc"

Le parole del numero uno di Confindustria sulla Finanziaria del governo Meloni

Economia

Manovra, Bonomi: "Positive le misure contro il caro-energia"

Tra gli aspetti positivi della legge di bilancio c'è "l'aver messo buona parte delle risorse di questa manovra per contrastare il caro energia". Lo ha affermato all’assemblea degli industriali di Fermo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.                   

Un altro aspetto "positivo" di questa manovra sottolineato da Bonomi è "l'intervento per l'aumento della produzione nazionale di gas. E' importante garantire l'aumento di questa produzione a prezzi calmierati per imprese e famiglie", ha aggiunto il numero uno di Confindustria.

Manovra, Bonomi: "Manca attenzione al lavoro e alla crescita del Paese"

"All’attuale legge di bilancio manca attenzione al lavoro e alla crescita del Paese". Il leader di Viale dell’Astronomia è tornato in particolare sulla riduzione del cuneo fiscale: "Serviva un intervento choc, mettendo più soldi nelle tasche degli italiani a basso reddito - ha spiegato - la nostra proposta era un taglio di 16 miliardi, che potevano essere trovati con la riconfigurazione del 4-5% della spesa pubblica".

Per Bonomi, inoltre, il taglio del cuneo fiscale "doveva andare per due terzi a favore dei lavoratori e per un terzo alle imprese, in maniera che agli italiani con redditi inferiori ai 35 mila euro potesse andare una mensilità strutturale in più di 1200 euro".

Le imprese vogliono essere messe "in condizioni di creare posti di lavoro e invece abbiamo provvedimenti che non hanno niente a che vedere con la crescita del Paese e con il lavoro", tuona Bonomi facendo riferimento ai prepensionamenti "che non creano posti di lavoro" e "anche a quota 100".

Per effetto di questi provvedimenti e di tutte le eccezioni previste alla Legge Fornero ancora in vigore, ha aggiunto Bonomi "quest'anno si andrà in pensione con 61,5 anni e non con i 67 che alcuni partiti continuano a sostenere per ragioni elettorali. Vorrei chiedere - ha detto il presidente di Confindustria - perché', anche quando l'economia cresce, l'Italia non riesce ad avere mai più di 23 milioni di lavoratori". L'Italia è un Paese "dove si pagano più tasse sul lavoro che sulle rendite finanziarie".

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