Cucinelli, il re del cashmere vola: in nove mesi ricavi in crescita a 642 mln

Il mercato americano traina il fatturato della casa di moda italiana: sul 2021 il balzo è del 27,7%

Economia

Brunello Cucinelli, la chiusura dell'anno prevede ricavi in crescita del 25% 

Ricavi netti a 642 milioni in crescita del 27,7% sul 2021, il canale retail in aumento del 43,2% e il mercato americano che mette a segno un balzo del 45%: Brunello Cucinelli, la casa di moda italiana guidata dall'omonimo imprenditore, archivia i primi nove mesi dell'anno in territorio positivo, puntando a una raccolta ricavi 2022 in rialzo del 25% sul 2021. 

A trainare il fatturato sono tutte le aree geografiche, ma in modo particolare le Americhe con un+45%, a seguire l'Asia con un +22,6% e l'Europa con un +21,6%. Chiude la lista l'Italia che regge il colpo post pandemico e porta a casa una crescita a doppia cifra: +10,2%. A spiccare anche gli importanti risultati nel canale retail, in aumento del 43,2%. Fa bene anche il wholesale in rialzo del 10,5%.

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"I risultati di questi nove mesi dell'anno 2022 sono davvero splendidi: stiamo infatti ottenendo grandi risultati dall'immagine che il brand rappresenta nel mondo per il suo stile, per il modo di lavorare e per la concezione umanistica del business, e ci fanno pensare a un fine anno prodigioso, con una crescita del fatturato vicina al 25%", ha dichiarata Brunello Cucinelli, presidente esecutivo e direttore creativo della casa di moda, aggiungendo che "la raccolta di ordini per la Primavera-Estate Uomo-Donna 2023 è stata ottima, sia per l'immagine che per le quantità. Tutto questo ci fa immaginare un 2023 con un fatturato in solida crescita del 10%".

"Seguitiamo a sostenere il nostro grande progetto per un grande futuro: le condizioni universali di lavoro per l'essere umano", sottolinea ancora il fondatore della maison, proseguendo "non vi è dubbio che disporre delle strutture produttive e commerciali a pieno regime, non avendo licenziato alcuno durante gli ultimi due anni, ci consente di far fronte all'importante quantità di merce richiesta dal mercato dove, in linea generale, la domanda supera l'offerta. La debolezza dell'Euro e le filiere corte di produzione stanno premiando non solo noi ma l'intero comparto manifatturiero di pregio italiano, a dimostrazione di quanto sia forte il nostro stato sociale".

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