Turismo russo a 5 stelle a rischio, per l'Italia in fumo affari da oltre 1mld
Guerra Ucraina, la chiusura dello spazio aereo europeo rischia di provocare uno stop a questo flusso mettendo in crisi un settore già colpito dal Covid
Guerra Russia Ucraina, turismo a "cinque stelle" a rischio: il conto salato per l'Italia è in arrivo
La guerra tra Russia e Ucraina e le sanzioni imposte dall'Europa a Mosca si fanno sentire anche per il commercio: l'Italia con l'aggravarsi del conflitto rischia di perdere il grande turismo a "cinque stelle" russo. Un fenomeno che non è fatto solo di oligarchi e magnati, ma anche persone con certo reddito e tenore di vita.
"Tant’è che nel 2014, scrive l'Agi, un’indagine sul turismo internazionale dell’Italia, realizzata dalla Banca d’Italia, stabilisce che i russi sono un segmento molto ricco con una capacità di spesa giornaliera che nel solo 2013 è stata di 170 euro, superiore del 65% a quella degli altri turisti stranieri che sono soliti soggiornare in Italia".
"Ora tutto questo flusso di presenze e denaro, continua l'Agi, rischia di essere messo in mora dal conflitto Mosca-Kiev, dalla chiusura dei cieli che dal 27 febbraio inibisce agli aerei sovietici di fare scalo anche in Italia. Significativo è questo semplice dato: a partire dal 2009 e fino al 2014 i pernottamenti di turisti russi in Italia sono passati da poco meno di 3 milioni e 600 mila a quasi 8 milioni mentre la spesa è salita da 623 milioni a 1 miliardo e 328 milioni di euro, grazie anche alla capacità di offrire pacchetti differenziati per tutte le tasche: dal turismo deluxe alla formula del tutto compreso".
Ma cosa amano i russi dell'Italia? Scrive l'Agi: "I russi dell'Italia amano l’arte, l’ambiente, la moda, lo stile, il cibo, i vini, veri e propri “ambasciatori” che, nel tempo, hanno contribuito a forgiare quell'immagine di Paese che attrae più di tutti anche i turisti e i visitatori dell'est. Tant’è che per i vini, per esempio, Mosca ha ospitato nel maggio 2005 al Grand Hotel Marriot la seconda edizione del Vinitaly Russia (la prima è del 2004) con una partecipazione davvero record, che ha visto di oltre 100 aziende mentre sono state appena una trentina l’anno prima".
"Contrariamente a quel che potrebbe accadere oggi, la prima crisi ucraina del 2014 non è riuscita invece a invertire la tendenza e a frenare il flusso dei turisti russi verso lo Stivale. Nonostante la contrapposizione tra Russia e Occidente, la svalutazione del rublo e il rallentamento economico, il turismo russo verso l'Italia all’epoca ha tenuto con una certa efficacia ed è persino cresciuto del 3% rispetto al 2013, secondo i dati emersi nel corso della presentazione del primo Forum sul Turismo italo-russo che si è svolta sempre in quell’anno dal 18 al 19 settembre a Palazzo Reale di Milano", conclude l'agenzia di stampa.