Il rischio geopolitico frena le Borse Ue. Panetta: "Recessione probabile"

Il membro del board dell'Eurotower stima che fra l'ultimo trimestre di quest'anno e l'inizio del prossimo l'Eurozona andrà in recessione

Economia

Borse, il listino peggiore è Francoforte insieme a Madrid 

Il rischio geopolitico di un possibile ingresso della Nato nel conflitto russo-ucraino, dopo l'esplosione di un missile in Polonia, vicino al confine con Kiev, spegne il rally delle Borse europee che chiudono tutte in ribasso. A pesare in particolare sul listino britannico il dato sull'inflazione salita ai massimi da 41 anni ad ottobre, a causa dell'impennata delle bollette energetiche e dei prezzi dei generi alimentari. Un po' di sollievo è arrivato dai dati Usa che hanno mostrato che i prezzi al consumo sono aumentati molto meno del previsto ad ottobre, suggerendo che mesi di stretta monetaria da parte della Federal Reserve stavano facendo effetto. Il listino peggiore è Francoforte che perde l'1% a 14.234,95 punti, insieme a Madrid che cede l'1,08% a 8.099,60 punti. Parigi arretra dello 0,52% a 6.607,22 punti e Londra che segna -0,26% a 7.350,44 punti. 

Borse, a Piazza Affari spiccano Leonardo e Hera, giù Amplifon 

Chiusura in rosso anche per la Borsa di Milano: in linea con le altre piazze europee, appesantite dai timori di recessione, l'indice Ftse Mib è in calo dello 0,68% a 24.531 punti. Contrastate le banche con Intesa Sanpaolo che guadagna lo 0,02%, mentre UniCredit perde lo 0,49%. Bene Banco Bpm +1,39%, e Bper Banca +0,32%, giù invece Mediobanca -0,55%, Banca Mps -2,88%. Tra i titoli con la migliore performance, Leonardo che guadagna 2,1 punti, mentre tra gli energetici spicca Hera +1,54%. I maggiori ribassi invece sono segnati da Amplifon che cede 3,7 punti, tra gli industriali Prysmian -1,55%, e Buzzi Unicem -1,16%. In ribasso dell 1,99% Tim dopo che l'agenzia di rating Fitch ha abbassato l'outlook

Bce, Panetta: "Recessione probabile tra fine 2022 e inizio 2023"

A pesare sull'umore degli investitori anche le parole del membro del board della Bce, Fabio Panetta, intervenuto alla riunione dell'Esecutivo dell'Abi. Una serie di analisi "ci dicono che una recessione dell'area euro è probabile fra l'ultimo trimestre di quest'anno e il primo dell'anno prossimo", ha detto Panetta. Per Panetta "la transizione verde non determinerà necessariamente un aumento dell'inflazione".

Stimolando la produzione di energie rinnovabili a basso costo, esse possono contenere le pressioni inflazionistiche". Secondo Panetta "la forte spinta fornita dall'energia all'attuale aumento dell'inflazione non è determinata dalla transizione ecologica". E "per combattere il cambiamento climatico, le autorità devono attuare misure tempestive, decise, ambiziose, con il necessario sostegno dei cittadini".

Panetta ha chiarito innanzitutto che l'attuale aumento delle quotazioni di petrolio e gas "non dipende dalla transizione verde. Esso è in ampia misura dovuto alle manipolazioni dell'offerta di energia da parte della Russia. Se avessimo avviato per tempo la transizione verde, avremmo potuto progredire più agevolmente verso gli obiettivi climatici, e avremmo potuto limitare la nostra vulnerabilità allo shock energetico e le sue ricadute sull'inflazione".

 

Il membro della Bce ha quindi osservato che la transizione ecologica è spesso presentata come una minaccia per aspetti essenziali della nostra vita quotidiana, quali il nostro potere d'acquisto e le opportunità di crescita della nostra economia. "Una visione così negativa - ha detto - è ingiustificata. La "coincidenza divina" non è una vana illusione: la transizione verde può generare vantaggi economici significativi. Dipenderà dalle politiche che adotteremo".

Ma per arrivare a questo bisognerà mettere in campo politiche adeguate nel campo dell'energia che possano comprimere la domanda di combustibili fossili. "Stimolando la produzione di energie rinnovabili a basso costo, esse possono contenere le pressioni inflazionistiche, e persino ridurre l'inflazione rispetto a uno scenario controfattuale caratterizzato dall'assenza di interventi".

A suo parere si devono "rassicurare i cittadini sul fatto che, con politiche adeguate, la transizione verde consentirebbe di accrescere - non di diminuire - le loro opportunità di lavoro, la qualità della loro vita e il loro potere d'acquisto. In assenza di interventi, le prospettive sarebbero peggiori, e implicherebbero il ripetersi di crisi come quella che stiamo attraversando". Panetta ha ricordato infine che a livello mondiale, l'energia generata da petrolio, carbone e gas naturale rappresenta oltre l'80% del consumo energetico complessivo e secondo le stime questa percentuale dovrà scendere al 30% per azzerare le emissioni nette di carbonio entro il 2050. "Nell'Ue la riduzione dovrà essere ancora maggiore".

 

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