Invitalia e il buco nero dei villaggi turistici: con Arcuri bruciati 86 mln

Si tratta del dossier più caldo sul tavolo del successore dell'ex commissario Covid. Otto resort e la montagna di debiti, poi l'accordo con le banche

di Redazione Economia
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Invitalia e il flop del business dei villaggi turistici: la perdita monstre

Domenico Arcuri, oltre ad essere stato sollevato dall'incarico di commissario per l'emergenza Covid da Draghi, in seguito agli scandali sulle mascherine e le varie inchieste su presunte irregolarità commerciali durante la pandemia, è stato anche rimosso dalla guida di Invitalia, società partecipata di Stato di cui è stato amministratore delegato dal 2007 al 2022. Al suo posto, lo scorso 6 luglio, è stato nominato Bernardo Mattarella, nipote del presidente della Repubblica. Sul tavolo del nuovo ad, tra i vari dossier, il più spinoso risulta quello relativo al business dei villaggi turistici.

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Italia Turismo, controllata dall’Agenzia nazionale, - si legge su Il Domani - possiede otto resort. I bilanci rivelano debiti disastrosi. In 15 anni sono stati bruciati 86 milioni di euro. Le cose sembrano andare meglio nel 2021, anno in cui il bilancio segna un utile di 2,22 milioni. In realtà si tratta di un gioco di prestigio contabile: Italia Turismo è indebitata fino al collo con le banche, che pretendono 51 milioni di euro e sono arrivati addirittura a pignorare i conti correnti. A questo punto interviene direttamente Domenico Arcuri che tratta un'operazione di saldo e stralcio: un accordo "scontato" in cui Invitalia tira fuori 40,5 milioni di euro e le banche si accontentano.

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