Ma quale crescita: l'unico Paese a rallentare in Europa è l'Italia

Se le stime sull'ultimo trimestre del 2023 sono preoccupanti quelle sull'anno successivo sono ancora peggio. Servono riforme subito per riattivare l'economia

di Redazione Economia
Meloni e Gentiloni
Economia

Italia, lo spettro della stagnazione. Ecco cosa succederebbe a causa del debito pubblico fuori controllo

Il governo Meloni sta lavorando alla manovra di bilancio, un compito complicato viste tutte le esigenze che ha il Paese, ma come noto le casse dello Stato sono vuote e servirebbero almeno 30 mld per riuscire a tenere fede alle promesse elettorali fatte. A complicare ulteriormente le cose sono arrivate ieri le previsioni sul Pil dei 27 Paesi Ue e per l'Italia non ci sono buone notizie. Quelle previsioni - si legge su Il Corriere della Sera - rappresentano soprattutto il riflesso del giudizio diffuso in un dato momento su un Paese e, di conseguenza, della sua direzione di marcia. Nulla di più. L’analisi pubblicata ieri dalla Commissione presenta tuttavia una particolarità. In Italia la crescita non solo rallenta rispetto all’anno scorso e anche a quanto si immaginasse per il 2023 sei mesi fa: questo accade a quasi tutti i Paesi e all’Europa in genere; soprattutto - caso quasi unico - ora Bruxelles prevede che l’Italia continuerà a rallentare anche nel 2024.

L’unico altro caso simile è la Spagna, ma su ritmi di dinamismo molto superiori ai nostri. In Italia invece il prodotto interno lordo sembra crescere appena dello 0,9% quest’anno e dello 0,8% il prossimo, quando l’area euro invece dovrebbe accelerare (inclusa la Germania, che quest’anno è in recessione). Seppur le previsioni - prosegue Il Corriere - non si rivelino sempre esatte, la direzione di marcia indicata per l’Italia fa pensare. E pone questioni per l’imminente Legge di bilancio, a maggior ragione se le previsioni di Bruxelles sulla debolezza italiana si combinano con quelle del governo stesso nell’ultimo Documento di economia e finanza.

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Ma se siamo già su ritmi da zerovirgola quest’anno e poi l’anno prossimo, allora il rischio che si presenta per il Paese è quello del ritorno a una lunga stagnazione per tutta la legislatura e contenere il debito pubblico diventerebbe complicato. Per questo servirebbero riforme di concorrenza, giustizia e pubblica amministrazione volte a riattivare l’economia: esattamente la parte del Pnrr che sembra rimossa e dimenticata.

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