L'ennesima gaffe imperdonabile di Christine Lagarde che imbarazza la Bce

La numero uno della Banca Centrale Europea è riuscita a dichiarare l'incredibile: "Anche io ho parenti che soffrono per l'alta inflazione"

di Marco Scotti
Economia

Bce, Lagarde: "Anche io ho parenti che soffrono per l'alta inflazione"

Se ti chiami Christine Lagarde, hai un curriculum lungo così – come suole dirsi – che parte da Parigi, arriva a Washington e finisce (speriamo sia davvero l’ultima tappa) a Francoforte, prima di parlare dovresti contare fino a dieci. Invece no, la numero uno della Bce ogni volta che apre bocca riesce a rendersi ridicola. Dev’essere un talento, il suo. Non è facile riuscire nell’impresa di non imbroccarne mai una, perché anche gli orologi fermi – si sa – due volte al giorno segnano l’ora esatta. Oggi, durante un’audizione al Parlamento europeo, è riuscita a dire che quando va a dormire non dimentica “che ci sono persone, come le più vulnerabili, che soffrono per l'elevata inflazione”. E poi la perla finale: “Ho familiari che soffrono per questo, e ciò mi rende ancora più determinata a ridurre la crescita dei prezzi”.

Cioè, i parenti della numero uno dell’Eurotower patiscono l’inflazione? Probabilmente è aumentata la retta per l’iscrizione al circolo del polo o a quello del bridge. Forse andare alla Tour d’Argent o da Alain Ducasse è divenuto più problematico per la famiglia della Lagarde. Che giustamente protesta perché, che diamine, c’è un limite a tutto: questo aumento del prezzo del foie gras è intollerabile, signora mia. E così la Re Mida al contrario riesce a rendersi nuovamente ridicola e a strappare un sorriso anche in questi giorni bui. Per fortuna, questa volta, è riuscita almeno a non causare un tracollo di Borsa.

Ricordate? Nel 2020, a pandemia appena esplosa, si presentò in uno dei suoi tailleur pastello per dire “we are not here to close out the spread”, non siamo qui per ridurre lo spread. Risultato? Peggior performance di sempre a Piazza Affari e una corsa verso l’alto del differenziale con i titoli tedeschi. È più forte di lei: apre bocca e fa disastri. Manca uno come Mario Draghi, che capiva il contesto e sapeva comunicare (a partire dal famosissimo bazooka). Qui invece assistiamo a una donna al comando che sembra calata lì per caso. E viene da agitarsi se si pensa che siamo a meno della metà del suo mandato – che si compone di otto anni, novantasei lunghissimi mesi – e che di margine per altri disastri ce n’è ancora parecchio. Aiuto. 
 

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