Lavoro, tornano i voucher: uno strumento per combattere l’evasione fiscale

Era stato un grave errore averli aboliti: bene la reintroduzione da parte del governo Meloni

L'opinione di Ezio Pozzati
camerieri
Economia

Voucher, il governo Meloni reintroduce uno strumento efficace contro l'evasione fiscale

Un grande applauso al Governo Meloni per avere ripristinato il voucher (buono rilasciato a titolo di prenotazione o di ricevuta di pagamento per determinati servizi; termine corrispondente al francese coupon) e dato dignità previdenziale ed assicurativa a tante persone che prestano la loro opera “a chiamata” e/o per un beve periodo.

Perché tanto entusiasmo? Semplicemente perché ho sempre considerato un grave errore avere abolito il voucher. La motivazione? Presto detto! Se una persona evade 1.000.000 di euro è additata al pubblico ludibrio, ed in un certo senso è giusto perché danneggia la collettività ed allora, mi chiedo perché non c’è lo stesso atteggiamento nei confronti di 100.000 persone che vengono pagate con 10 euro in nero?

L’evasione è sempre di 1.000.0000 di euro! Sono ampiamente soddisfatto anche per un’altra ragione e cioè: le persone che prestano la loro opera, per esempio le babysitter, i dogsitter, i camerieri o semplicemente quelle che fanno un qualsiasi lavoretto per conto terzi, finalmente hanno l’opportunità non solo di essere pagate in modo chiaro, ma sono tutelate sotto il profilo pensionistico e quello assicurativo.

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Quest’ultimo aspetto è non da trascurare perché in caso vi sia un infortunio, da parte di chi è stato chiamato per svolgere un incarico a tempo limitato, tutela la persona danneggiata ed anche chi lo ha incaricato (quest’ultimo non dovrà più cercare un bravo avvocato per difendersi). Sono soddisfatto anche per tutte quelle persone, partiti, politici, sindacalisti che hanno decretato la ”morte” del voucher definendolo uno strumento che non metteva in giusta evidenza chi prestava il proprio tempo a lavori ben definiti nel tempo.

Sono soddisfatto perché così viene ripristinato il principio di un “costo” orario ed una paga oraria minima definita in 7 euro e cinquanta centesimi, così la smetteremo di vedere persone sfruttate a due euro l’ora (forse). A questo punto vorrei che tutte quelle persone ed ai sindacalisti che hanno detto no al voucher diventassero controllori del buon uso di questi “buoni”. Mi pare di non dover aggiungere altro se non quello di augurare “buon lavoro” tutelato. Grazie Governo Meloni.

 

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