"Sim swap", il Tar stoppa Iliad: "Mantenere la norma attuale"

Per effettuare il cambio di operatore, se il richiedente è diverso dal titolare della scheda, bisogna passare per la procedura del subentro

di Marco Scotti
Benedetto Levi, amministratore delegato di Iliad Italia
Economia

Il Tar contro Iliad: "La norma sul cambio sim rimane"

Il Tar del Lazio si è pronunciato rigettando il ricorso promosso da iliad contro alcune parti della Delibera Agcom 86/21/CIR, cosiddetta “Sim Swap”, che richiede che, in caso di passaggio da un operatore a un altro, venga verificata l’identità di chi sta svolgendo l’operazione e, se la persona che fa richiesta non combacia con il titolare della scheda stessa, si effettui prima il cosiddettosubentro”. Di che cosa si tratta? Secondo fonti accreditate che citano numeri settimanali, ogni sette giorni vengono bloccate circa 50mila richieste di portabilità del numero. Il procedimento è semplice: ogni volta che un utente decide di cambiare operatore di telefonia, si reca in un punto vendita e chiede di mantenere il proprio numero di telefono. Dopo 2-3 giorni la nuova Sim entra in funzione e il gioco è fatto.

Ultimamente, però, la scheda Sim non diventa operativa a tutti gli effetti perché il reale sottoscrittore del contratto è diverso da chi ha fatto richiesta di trasferimento del numero: un genitore che l’ha regalata anni prima al figlio; un nipote con la nonna e via dicendo. In questo caso si prevede che venga sviluppato un processo diverso, il subentro, che ha aperto la strada ad alcune procedure “complesse”. Ad esempio c’è chi chiede 10 euro se, contestualmente al subentro avviene il cambio di operatore, mentre tiene gratuita l’operazione se si sceglie di rimanere con il medesimo player, magari cambiando piano tariffario, con una permanenza minima di 24 mesi.

Ci sono poi casi estremi: ad esempio persone che nel frattempo hanno perso il sottoscrittore originario – magari un genitore anziano – e che non sanno come fare a passare a un nuovo operatore. Questo processo oltretutto si trasforma in un aggravio per tutti gli operatori. Pietro Labriola qualche settimana fa aveva spiegato quale fosse il costo di ogni ora di down di WhatsApp in termini di operatori di call center impegnati a spiegare agli utenti quale fosse il problema. Immaginiamoci che cosa succede con una operazione così complessa

Si dirà: questa scelta è stata fatta per motivi di sicurezza, ma non è esattamente così. L’Italia è uno dei pochi Paesi dell’Unione Europea che identifica chi compra una Sim. Fino al 2005, infatti, nessuno chiedeva i dati al momento dell’acquisto di una scheda. Poi, il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu stabilì l’obbligatorietà dell’identificazione. Questo per prevenire il diffondersi di schede anonime per gli usi più disparati. La verità, però, è che materialmente impossibile sapere chi sta impiegando una Sim in un determinato momento, servirebbe un controllo in stile Grande Fratello.

L’Agcom ha voluto normare le Sim per evitare il cosiddetto “sim swap”, ovvero una truffa piuttosto articolata che si compone di due fasi. La prima, quella in cui si rubano le identità bancarie di una persona; la seconda, che necessita – appunto – il cambio dell’operatore della Sim in modo che i malintenzionati ricevano il codice Otp necessario per sbloccare il conto. Ma anche in questo caso ci sarebbero soluzioni alternative: ad esempio, quello di acconsentire al cambio di operatore solo a fronte della presenza fisica dello smartphone su cui andrà la nuova sim. Così l’operatore invia un codice in tempo reale all’utente che deve convalidare immediatamente, altrimenti perde la possibilità di cambio. Per Iliad, invece, le Autorità hanno sottovalutato la questione del reale utilizzatore, costringendo quindi milioni di persone a svolgere operazioni in più. 

In attesa di conoscere le motivazioni che hanno portato il Tar a questa decisione, iliad conferma la ferma volontà di portare avanti in tutte le sedi quelle che reputa essere le sue ragioni. Da più di un anno iliad sta segnalando in tutte le sedi competenti e con ogni strumento a sua disposizione quanto e come questa Delibera impatti negativamente gli utenti e il mercato, senza nessuna ragione, dal momento che è possibile prevenire e contrastare efficacemente la frode “Sim Swap” senza ricorrere a misure, come quelle introdotte, che bloccano di fatto la portabilità.

“Oggi ci troviamo in una situazione incomprensibilespiega il ceo di Iliad Italia Benedetto Levi - : senza pregiudicare l’impianto complessivo e le finalità della Delibera, basterebbe apportare piccoli correttivi per consentire a tutti gli utenti di cambiare operatore quando e come credono, senza dover incorrere in complesse procedure. Il disagio è evidente, basta guardare il numero di portabilità che ogni giorno si bloccano. Finora nessuno, né le Autorità né le Istituzioni, ci hanno chiesto di aver accesso ai dati. Basterebbe guardarli e rendersi conto che centinaia di migliaia di utenti sono bloccati, parliamo potenzialmente di 2 milioni e mezzo in un anno. Si tratta di milioni di persone che si troverebbero costrette, loro malgrado, a subire un disagio, vedendosi di fatto limitata la loro libertà di scelta. Questo senza poi voler tenere conto degli impatti sulle dinamiche concorrenziali e – non ultimo – dell’aggravio di lavoro per i tanti piccoli e medi imprenditori attivi nel settore retail telefonico che si trovano tutti i giorni a dover spiegare agli utenti che non è loro responsabilità se la portabilità non va a buon fine, rimettendoci tempo e risorse, senza nessun ristoro”.

Tags:
iliadsimtartelefonia