“Mission Cancer" l'Europa scende in campo per salvare tre milioni di vite

Un quarto dei 10 milioni di decessi mondiali è nel Vecchio Continente

di Daniele Rosa
Medicina

Mission Cancer, l'Europa in campo contro i tumori

Dieci milioni di persone muoiono all’anno per i tumori. Il cancro è diventato la causa di morte numero uno nel mondo. Purtroppo il trend non è in discesa. E nel Vecchio Continente, che ha circa il 10% della popolazione mondiale, si registrano quasi 2,5 milioni di decessi, praticamente un quarto. Per questo la Commissione Europea ha deciso di tentare la sfida di contrastarlo con forza istituendo la “Cancer Mission”. L’obiettivo principale è di salvare più di tre milioni di vite entro il 2030.  "L'idea della missione (Progetto UnCan) è arrivare ad avere - come detto da uno dei molti scienziati partecipanti all’impresa, Eric Solary - un nuovo livello di comprensione del cancro, malattia complessa, con molti fattori coinvolti”. Sarebbe basilare fissare le linee strategiche della ricerca per questo decennio per stabilire le priorità. Nel team anche l'oncologo Josep Tabernero e la ricercatrice Anna Bigas.

Mission Cancer, aumentare la sopravvivenza nelle persone colpite, uno degli obiettivi

In particolare Tabernero, direttore del Vall d'Hebron Institut d'Oncologia (VHIO) è convinto che “con questo progetto si voglia aumentare la sopravvivenza al cancro al 70% nel 2030 e ridurre i tumori del 30%. Attualmente la sopravvivenza è del 58% negli uomini e del 62% nelle donne; e, teoricamente, il 45% dei tumori è prevenibile”. Con questi numeri, gli scienziati coinvolti si stanno concentrando su cinque aree in particolare che occorre studiare maggiormente per mettere a punto validi protocolli. Queste aree sono: la diagnosi precoce, la resistenza alle cure, i tumori infantili, il ruolo dell'invecchiamento e come curare coloro che sembrano esserne usciti. Una delle esigenze maggiori nella lotta al cancro è condividere il massimo numero di informazioni, da quelle biomediche, agli stili di vita nelle diverse aree, a cosa permette al tumore di crescere nell’organismo.

“Attualmente-conferma Bigas direttore scientifico del Cancer Network Biomedical Research Center-manca coordinamento a livello sovranazionale. Molti aspetti della malattia devono essere affrontati in maniera multidisciplinare con team differenti. I tumori, a causa dell’allungamento della vita media e dell’esposizione a nuovi agenti inquinanti ,aumenteranno del 20% nei prossimi 20 anni”.

Mission Cancer, le buone abitudini che salvano la vita

In aggiunta Bigas ritiene indispensabile continuare a lavorare sul decalogo delle abitudini sane come lo stop al fumo, l’esercizio fisico periodico e lo stare lontani dai cibi ultraprocessati. Ma sarebbe indispensabile promuovere altre azioni a grande impatto come togliere le auto dalle città e i tanti altri inquinanti ambientali. Un altro campo che la “Mission Cancer” studierà sarà il miglioramento degli strumenti tecnologici per facilitare la diagnosi precoce. Non sono ancora sufficiente mente avanzati  per diagnosticare precocemente i tumori. Ed infine uno dei grandi argomenti riguarda proprio la seniority e il tumore. L’esperto Solary ritiene che "Probabilmente riusciremo a curare parte dei tumori, soprattutto quelli che diagnostichiamo precocemente, ma in altri processi oncologici, subiti da pazienti più anziani, forse sarebbe meglio per la loro qualità di vita controllare la progressione della malattia senza aspirare a porvi fine con trattamenti forti”. Quello che il Progetto europeo vuole, in sintesi, raggiungere è di fermare l’emergenza dello sviluppo della malattia attraverso la capacità sempre più affinata di prevenirla e diagnosticarla prima.

Tags:
cancrodiagnosieuropastile di vitatumori