La replica di Meloni, che punzecchia Serracchiani e risponde a Soumahoro

Botta e risposta con la deputata Dem sulla questione di genere e con il sindacalista sull'immigrazione: due "sgridate" per la neo Premier, che chiede scusa

Politica

La replica di Giorgia Meloni e gli scontri verbali con Debora Serracchiani e Aboubakar Soumahoro

 

Giorgia Meloni replica agli interventi degli esponenti delle opposizioni punto per punto, con due passaggi che in particolare infiammano il dibattito: le risposte a Debora Serracchiani (Pd) e Aboubakar Soumahoro (Alleanza Verdi/Sinistra).

Alla deputata Dem, che l'aveva attaccata sulla questione di genere, Meloni risponde con decisione: "Ho sentito dire che voglio le donne un passo indietro rispetto agli uomini. Mi guardi, onorevole Serracchiani, Le sembra che io sia un passo dietro agli uomini?", chiede rivolgendosi alla capogruppo dem. Per questo viene ripresa dalla presidenza, visto che per regolamento è ad essa che bisogna rivolgersi.

Nel corso della sua risposta ad Aboubakar Soumahoro (Alleanza Verdi/Sinistra), Giorgia Meloni usa il "tu", venendo sonoramente contestata dall'opposizione e scusandosi immediatamente: "Capita di sbagliarsi". Entrando nel merito, la Premier ha spiegato di condividere gran parte dell'intervento del sindacalista sullo sfruttamento, ribadendo come a suo avviso l'immigrazione debba essere regolata proprio per evitare che arriva in Italia sia costretto a vivere di espedienti e/o a finire nelle mani della criminalità organizzata.

Poi scende il primo sipario, in attesa dell'esito del voto di fiducia, il primo al suo governo, da parte di Montecitorio. Domani si replica al Senato.

Aboubakar Soumahoro cita Sandro Pertini: "L'Italia è fondata sull'antifascismo"

Nel suo intervento alla Camera Aboubakar Soumahoro ha ricordato che "un cafone di nome Giuseppe Di Vittorio disse in questa stessa aula che 'la fame, la fatica e il sudore non hanno colore'". Poi, il sindacalista ha aggiunto: " Oggi, da cafone, voglio parlare a nome di chi, fuori di qui e indipendentemente dal colore della pelle, conosce - come me - la fame, la fatica e il sudore. Di chi è precario, sfruttato, dimenticato, umiliato, marginalizzato, reso invisibile e scarto. Oggi vogliamo anche parlare a nome di chi - come me - porta su di sé le cicatrici della violenza del razzismo e della discriminazione in base al colore della pelle, alla provenienza geografica, all’orientamento sessuale e alla diversa appartenenza religiosa". 

"Parliamo a nome 'di chi ha fame e di chi è discriminato' perché la nostra bella Carta Costituzionale - sulla quale avete appena giurato fedeltà e che avete fretta di cambiare - è fondata sui valori dell’uguaglianza, della giustizia sociale, del rispetto dei diritti civili, dell’antirazzismo e dell’antifascismo.  Forse prima di voler stravolgere la nostra Costituzione, bisogna ricordare che, come diceva Sandro Pertini, 'dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza".

 

 


 


 

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