Governo, più bassi che alti. Meloni, dov’è la svolta annunciata?

L'economia italiana ristagna e ad aumentare sono stati fin qui gli immigrati e i fatti di cronaca nera

Di Massimo Falcioni
La Presidente Giorgia Meloni in India per il G20
Politica

Governo, più bassi che alti. Giorgia Meloni, dov’è la svolta annunciata?

La premier Meloni è in India per il G20 con molti potenti della Terra. Di sicuro Giorgia, in carica dal 22 ottobre 2022, passerà alla storia quale prima donna presidente del Consiglio dei ministri del Belpaese a capo del primo governo di destra, ma anche come l’inquilino che non sta quasi mai a Palazzo Chigi e che batte ogni record di chilometri fatti nel mondo rispetto ai precedenti premier.

Gli italiani, bocciati il Pd e la sinistra, alle ultime elezioni hanno votato centrodestra premiando in particolare Giorgia Meloni e il suo partito, certi di una svolta senza la quale l’Italia non regge più, non solo sul piano economico. Svolta che stenta ad arrivare. L’economia ristagna e ad aumentare sono stati fin qui gli immigrati e i fatti di cronaca nera. Certo, qualche segnale di valore simbolico, nella discontinuità, è stato dato, come la normativa sui rave party e la linea dura contro le baby gang.

Ed è stata saggia la scelta della Meloni, comunque smentendo molte delle sue promesse elettorali, di proseguire sulla politica internazionale e in economia, di fatto, sui binari del precedente governo Draghi in carica dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022. Forse l’unica promessa elettorale mantenuta dal governo Meloni è, fin qui, l’abolizione di fatto del reddito di cittadinanza, considerato dai più “reddito di nullafecenza”. Meno saggio è, dopo quasi un anno di governo,  non dare segnali reali di cambiamento continuando a seguire i fatti, non precederli, operare nella logica del “tappabuchi” senza una visione generale di reale e complessivo cambiamento capace di rivoltare il Paese come un calzino. La realtà, quella che ogni giorno si tocca con mano, è che la vera svolta annunciata non c’è, non c’è ancora.

Gli italiani non stanno meglio di prima, hanno visto addirittura aggravarsi i problemi dell’immigrazione e della criminalità (non solo giovanile) e sono costretti a stringere ancor di più la cinta, spendendo più soldi per beni e servizi ma acquistandone di meno.

Nel secondo trimestre 2023 crolla il Pil (-0,4%) con solo tre stati che hanno fatto peggio dell’Italia: Austria (-0,7%), Svezia (-0,8%), Polonia (-2,2%).  Dati negativi anche per l’occupazione che a luglio 2023 diminuisce (-0,3%) mentre sale al 7,6% (+0,2) il tasso di disoccupazione. Ad agosto 2023 l’indice dei prezzi al consumo NIC +0,4% su luglio e + 5,5% in un anno con una picchiata dei consumi delle famiglie nel comparto alimentare che segna su base annua un calo del – 4,7%. Ciò significa che la qualità della vita, invece di alzarsi, scende. Secondo il Codacons gli acquisti calano in volume per complessivi 34 miliardi di euro annui, pari in media a -1.316 euro su base annua a famiglia. Si stava meglio quando si stava peggio? Di certo è l’ora del cambiamento. Perché questo cambiamento sempre annunciato, non si vede ancora, principalmente in economia, sulla sicurezza nelle città (ci sono aree da far-west), sull’immigrazione (record di sbarchi)? Non c’è una questione di azione politica e sociale delle opposizioni di sinistra, divise, in crisi di identità e di strategia, di fatto isolate nel Paese e con il principale partito, il Pd a guida Schlein, sotto il 20% nei sondaggi, a rischio implosione.

Allora? L’Italia resta nel tunnel, con i ceti più deboli, lavoratori e pensionati, sempre più in difficoltà, con l’acqua alla gola. Le cause principali di questa situazione sono principalmente due: l’inflazione (si spendono più soldi per acquistare la stessa quantità di bene e servizi) e la guerra in Ucraina, con l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime che ha fatto schizzare i costi di produzione per le imprese che hanno dovuto aumentare i prezzi dei loro prodotti. Pare così finita la spinta post-pandemia e diventa reale tornare a tassi di crescita da “zero virgola”. Qui siamo. Chi sta al timone ha il diritto-dovere di guidare la barca. Il tempo, anche per la premier Meloni, si stringe.

Fra meno di nove mesi si vota per le Europee. Giorgia, hic Rhodus hic salta. 

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