Pd alla ricerca di identità e leader: Elly Schlein è l'ultima "papessa nera"
Non è "solo" un problema di nomi: il Pd non rappresenta più i poveri, gli ultimi, i diseredati, ma i ricchi tartinati dei Parioli
Il Pd e la nuova strategia suicida
Il Partito democratico si dibatte da anni sul problema della leadership senza uscirne mai veramente fuori. Infatti il problema del Pd non sembra tanto quello di trovare i “nomi” dei supposti salvatori ma cambiare radicalmente mentalità. Altrimenti cambieranno solo le persone ma il partito sarà sempre più destinato a perdere la guida della sinistra. Intendiamoci, il problema è mondiale e riguarda tutti i partiti progressisti ed ha la sua origine nelle teorie e nelle pratiche della cosiddetta “Terza Via” che fu ideata da Tony Blair in Gran Bretagna sulla scorta di Bill Clinton negli Usa. Si trattava di costruire una “sinistra moderna” a metà strada tra il socialismo classico e il capitalismo progressista e se vogliamo c’aveva pure provato il nostrano Bettino Craxi con il suo PSI.
Il problema è che il capitalismo è stato per la sinistra così avviluppante che ha prodotto poi corruzione ed eterogenesi dei fini. Insomma, il discorso è sempre lo stesso. Si contesta la torta al cioccolato e panna perché “fa male” ma poi quando la si raggiunge se la mangiano tutti di gran gusto. E la torta “capitalista” ha più potere dell’anello del Potere di Frodo nella saga di Tolkien e quindi si è passati dal PCI di Berlinguer che presidiava la FIAT ad andare a mangiare ed in vacanza insieme all’amministratore delegato della FIAT stessa. E non solo il PDS-DS-PD è caduto in peccato ma anche la CGIL.
Così gli operai sono rimasti a bocca asciutta costretti ad assistere agli imbarazzanti duetti tra i propri leader politico - sindacali e i capi aziendali e delle fabbriche. E lì che il Pd ha cominciato, purtroppo per lui, a “vincere ai Parioli” e a perdere nelle borgate. Chi scrive è stato testimone di un fatto emblematico. Conoscevo la madre di Massimo D’Alema che si chiamava Fabiola Modesti e viveva all’ultimo piano di una cooperativa sulla Laurentina, a Roma.
Un giorno la vidi indaffarata a trasportare parecchie copie dell’Unità in macchina e le chiesi –data anche l’età avanzata- dove volesse andare. E lei mi rispose che andava a distribuire il giornale al Laurentino 38, ai cosiddetti “ponti”. Insomma questa signora anziana, proprio nel periodo in cui il figlio era Presidente del Consiglio, si incollava un peso notevole e andava a testimoniare col freddo, in un quartiere ancora oggi molto difficile, il suo credo politico. E non è che c’erano giornalisti in giro per farsi pubblicità. Era la testimonianza di una passione autentica per la politica del suo partito. Ora, se il Pd non ritorna alla “madre di D’Alema” non uscirà mai dalla sua crisi strutturale.
Il Pd non rappresenta più i poveri, gli ultimi, i diseredati ma i ricchi tartinati dei Parioli, questo il suo “peccato capitale”. Infatti al Laurentino 38, a Spinaceto, a Corviale, a Tor Bella Monaca, come in tutte le borgate romane ed italiane, vince la destra che però –guarda caso- perde ai Parioli. Ora sentire i nomi di persone come di Elly Schlein, come candidata alla guida del Pd è proprio emblematico della totale fuori sintonia in cui il partito è caduto. Non c’entra niente con la tradizione di sinistra. Potrebbe essere una buona radicale, una Bonino “rivista e aggiornata”, ma non una leader di sinistra.
Dal punto di vista elettorale le battaglie per i diritti civili non pagano perché l’elettorato a cui si rivolgono è limitato e, in un certo senso, “sperimentale”. La vicenda del ddl Zan è stata esemplificativa. E anche quella di un altro attivista dei diritti civili, come l’attuale direttore de L’Identità, Tommaso Cerno, che è passato da un impegno a sinistra –era senatore del Pd- alla guida di un giornale conservatore, confonde implacabilmente l’elettorato che perde progressivamente fiducia in chi ha fatto queste scelte poco coerenti.
Il vero problema della maggioranza degli italiani è il lavoro e come arrivare a fine mese. E se si pensa che il Pd è stato quello che ha abolito l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori si ha contezza della parabola involutiva valoriale che ha compiuto. Ma c’è da dire anche che a sinistra del Pd le cose non vanno. Infatti, Sinistra Italiana, guidata da Nicola Fratoianni mantiene a parole gli ideali atavici, ma poi praticamente, mangia troppa torta al cioccolato.
È stato infatti saggio eleggere Aboubakar Soumahoro quando già giravano voci sui problemi delle cooperative e dei braccianti? È stato saggio portare in Parlamento la moglie di Fratoianni? Berlinguer lo avrebbe mai fatto? Crediamo proprio di no. Quindi prima di cercare improbabili “papi neri” e “papesse” la sinistra dovrebbe ritrovare i suoi valori e soprattutto la coerenza del tempo che fu.