Meloni: “Macron? Colloquio franco. Contestato approccio predatorio francese”

La premier Giorgia Meloni nel libro di Bruno Vespa parla dell'incontro con Macron e del rapporto con gli alleati. "Nuovo" quello con Salvini

Politica

Libro Bruno Vespa, Giorgia Meloni e il retroscena dell'incontro con Macron

Dopo le parole dirompenti di Silvio Berlusconi sulla guerra in Ucraina e la proposta di interrompere la fornitura di armi a Kiev in cambio di “miliardi per la ricostruzione”, dal libro nuovo di Bruno Vespa, "La grande tempesta. Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto nucleare. La Nazione di Giorgia Meloni", in uscita venerdì 4 novembre da Mondadori Rai Libri, spunta un nuovo retroscena. A fornirlo è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che racconta dell’incontro con il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, del 23 ottobre a Roma.

"Abbiamo conversato per un'ora a quattr'occhi sulla terrazza dell'hotel Meliá. Siamo persone che amano entrambe la franchezza e abbiamo parlato di tutto con la massima chiarezza, delle cose che ci uniscono e di quelle che ci dividono”, spiega. "Ho illustrato – aggiunge - la nostra decisione di difendere il marchio made in Italy", prosegue Meloni. "Ho contestato l'atteggiamento predatorio che la Francia ha manifestato in qualche occasione, ho trovato una perfetta comunità d'intenti nella difesa della sovranità alimentare alla quale anche la Francia tiene molto. Abbiamo parlato di Libia, immigrazione, infrastrutture. Gli ho detto: caro Emmanuel, tu difendi gli interessi francesi, io quelli italiani. Su certe cose andremo d'accordo, su altre litigheremo. Ma la lealtà e la franchezza potranno portare soltanto vantaggi ai nostri rapporti. L'ho trovato assolutamente d'accordo su questa linea".

Libro Bruno Vespa, Meloni: "Con Salvini rapporto nuovo. Berlusconi? Qualche incomprensione in più"

"Con Salvini si è stabilito un rapporto nuovo e diverso", dice Meloni in un altro passaggio del libro di Vespa, dedicato agli alleati di governo. Il leader della Lega, spiega la premier, "ha capito quel che si poteva e quel che non si poteva fare e mi ha aiutato a cercare soluzioni. In certe situazioni lui mi ha chiesto di aiutarlo, in altre io l'ho chiesto a lui. Franchezza reciproca senza polemiche. Un mediatore? Beh, il fatto di non schierarsi aprioristicamente con Berlusconi mi ha aiutato molto".

E con il Cavaliere? Chiede Vespa. "Con lui c'è stata qualche incomprensione in più, figlia del passaggio di testimone", risponde Giorgia Meloni. "Quando si vivono certi momenti epocali, è fatale che ci siano delle scosse. Non so quanto sia stato ben consigliato all'inizio, ma devo riconoscergli la lucidità di capire quali fossero alla fine le priorità per non deludere chi aveva creduto in noi e nel ritorno dopo undici anni a un governo politico di centrodestra. Il suo discorso sulla fiducia pronunciato al Senato il 26 ottobre è stato bello e importante, e sono stata contenta di applaudirlo". Vespa chiede a Giorgia Meloni perché ami parlare di "Nazione" e non di "Paese". "Perché Paese è un luogo fisico, chiuso e delimitato, mentre la Nazione è un luogo dell'anima che tiene insieme cultura, identità, condivisione".

Meloni svela anche che, quando alcune proposte le sono sembrate “irricevibili”, ha preso in considerazione “l'ipotesi di presentarmi in Parlamento senza un accordo preventivo con tutti gli alleati” perché “non ho mai temuto davvero di non riuscire a fare un governo”. Questo "nonostante io fossi andata incontro a tutti senza sfogliare il manuale Cencelli, perché i numeri avrebbero detto altro. Ma a me interessava formare una squadra che funzionasse, un governo inattaccabile, serio, adeguato, ben calibrato. E credo di esserci riuscita", conclude Meloni.

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