Meloni verso il Consiglio Ue, dalla guerra ai migranti: le sfide della premier

Tra migranti, Pnrr e guerra in Ucraina, Giorgia Meloni si prepara al Consiglio Europeo in un momento assai delicato per il nostro paese

di Vincenzo Caccioppoli
Giorgia Meloni
Politica

Meloni verso il Consiglio Ue

Ha destato molta perplessità l’intervento del capogruppo al senato della Lega Massimiliano Romeo, uomo fedelissimo di Matteo Salvini, e che viene considerato da tempo come uno dei volti più moderati del partito. Ma queste parole del senatore leghista, che ha mostrato dubbi, anche legittimi, sulla possibile escalation a cui si rischia di andare incontro nel conflitto ucraino, non sono certo una sorpresa.

Che la Lega da tempo non veda certo di buon occhio questa corsa ad armare l’Ucraina, senza nessun segnale di aperture diplomatiche di qualsiasi tipo e senza nessuno spiraglio di un cessate il fuoco all’orizzonte, è cosa arcinota. E quindi appare certamente strumentale il tentativo di quelli che cercano di mettere in risalto l’intervento di Romeo come una sorta di attacco o di smarcamento del partito verso il governo.

Certamente la Meloni non avrà accolto con grande favore questo intervento, ma lei sa bene che all’interno della sua maggioranza devono coesistere tre realtà distinte, che però perseguono alla fine un unico obiettivo, anche se con strategie non sempre pienamente concordanti. E’ quello che accade solitamente in tutti i governi di coalizione. In questo clima comincia un consiglio d’Europa assai delicato per il nostro paese, e in cui il premier probabilmente cercherà di trovare anche qualche sponda utile a raffreddare alcuni bollenti spiriti che surriscaldano la sua maggioranza in patria.

Il primo tema scottante di cui si dovrà occupare, non può che essere quello riguardante i migranti, sul quale l’Europa sembra finalmente dare qualche segnale di apertura verso il governo italiano. La questione dei migranti da sempre è uno degli argomenti forti del partito di Salvini, e certamente tornare dal Consiglio con qualche risultato su questo fronte, sarebbe importante anche per rassicurare Salvini e i suoi.

Il premier sul tema, sta agendo certamente con grande coraggio e fermezza non solo con le istituzioni europee, ma anche parlando direttamente con gli altri paesi, come la lunga telefonata con Olaf Scholz di due giorni fa ha dimostrato. E qualche piccolo risultato certamente sembra essere stato raggiunto. Come dimostrano le parole della Von Der Leyen e del presidente del consiglio Michel arrivate nei giorni scorsi.

Il Consiglio europeo cade in un periodo assai delicato sia per Macron, che è sempre più in bilico in patria, dopo l'approvazione della riforma delle pensioni, che sta scatenando da giorni furiose proteste in tutto il paese, e sia per il premier spagnolo Pedro Sanchez, che in Spagna deve affrontare in queste ore una mozione di censura portata avanti da Vox.

É chiaro che la debolezza dei due, unita a quella del tedesco Scholz, che paga oltre alla sua carenza di leadership, anche il suo atteggiamento ondivago che ha tenuto nei confronti della Russia nei confronti del conflitto in Ucraina, non può che rafforzare la stessa premier italiana, che ha già dimostrato in questi mesi di politica estera su più fronti, di volersi assumere un ruolo rilevante a livello internazionale.

Legato alla questione dei migranti, altro tema assai caldo che verrà trattato a Bruxelles, è certamente quello del PNNR, su cui l’Italia da tempo chiede una revisione determinata dall’evidente cambio sostanziale delle condizioni geopolitiche rispetto a tre anni fa. Il sentiero è certamente stretto ma anche su questo tema scottante, alcuni piccoli passi avanti sono stati fatti.

Certamente anche di questo, Giorgia Meloni avrà parlato con il premier tedesco, che forse è quello che maggiormente bisogna convincere, soprattutto sul tema dell’allentamento dei limiti sugli aiuti statali, che inevitabilmente favorirebbe soprattutto la Germania e la Francia, che hanno maggiori spazi di manovra sul bilancio statale.

In questo caso la Meloni certamente cercherà di unire tutti quei paesi che sono contrari a questa politica, compresi anche alcuni paesi del nord, come Paesi Bassi e Svezia, con i quali la premier da tempo sta intrattenendo proficue relazioni, proprio al fine di cercare di indebolire la compattezza del gruppo dei “falchi” del Nord.

Infine la questione delicatissima della guerra in Ucraina, in cui la premier ha sempre mantenuto un chiaro e fermo atteggiamento di condanna senza condizioni alla invasione russa all’Ucraina, fatto che ha certamente rafforzato la sua considerazione non solo in Europa, ma soprattutto oltreoceano. Sulla guerra l’Europa appare adesso unita, malgrado qualche passata riluttanza come quella tedesca, che solo ora sembra più o meno superata.

Ed è chiaro che su questo argomento proprio lei non può permettersi alcuna titubanza od esitazione all’interno della sua stessa maggioranza, che potrebbe certamente metterla in una posizione delicata e di debolezza di fronte agli altri leader europei.

Probabilmente anche in questo Consiglio Europeo, non si arriverà a conclusioni definitive sui tanti dossier trattati, ma certamente trovare una certa coesione in Europa su alcuni dei temi potrebbe essere sicuramente utile per fare chiarezza anche in patria e per mettere a tacere immediatamente chi comincia a fare illazioni su ipotetiche difficoltà nella sua maggioranza.

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