Zelensky triste tra americani che ridono. La foto simbolo della guerra
Guerra in Ucraina: una foto, molti significati
Molto semplice la mossa per un giocatore di scacchi come Putin, a due che dimostrano di saper giocare solo a tombola: "Se vuoi il mio gas, le regole le stabilisco io. O paghi in rubli... oppure, ai miei tubi col gas, vi ci attaccate, a naso chiuso, solo con la bocca... per quanto basta"
L'impeccabile editoriale di Daniele Marchetti (venerdì, 29/4/22) accompagnato dalla significativa fotografia qui riportata e pubblicata il 26/4/22 da La Verità, costituiscono la sintesi verbale e la foto simbolo di questa tragedia che, grazie all'accoppiata decisionista Mattarella Draghi (a quelli del Parlamento, va sempre bene tutto?), mostra un sorprendente aspetto ridicolo di ottusa, incredibile, mancanza di senso della realtà. Un solo esempio: ricordate quando Zelensky ha iniziato a parlare di una nuova Norimberga per russi e quelli che non applicavano sanzioni a sufficienza? Bene!
Il duo responsabile inconsapevole delle nostre disgrazie, s'è precipitato sia a inviare armi difensive (quali sarebbero tali armi?) che ad applicare le sanzioni. Cari miei, siamo affidati a un duo che, nell'agire in tal modo, ha dimenticato la cosa fondamentale. Non bisogna essere grandi strateghi, restiamo terra-terra: pace o condizionatori? Dopo la giusta risposta che merita una domanda simile (che Draghi si dimettesse), ecco la domanda da porre ai due cervelloni che hanno in mano il nostro immediato futuro: "Scusate, chi ha il coltello dalla parte del manico?" Molto semplice la mossa per un giocatore di scacchi come Putin, a due che dimostrano di saper giocare solo a tombola: "Se vuoi il mio gas, le regole le stabilisco io. O paghi in rubli... oppure, ai miei tubi col gas, vi ci attaccate, a naso chiuso, solo con la bocca... per quanto basta". Che si aspettavano i due irresponsabili? Che mandando in giro Giggino, "l'enciclopedia ambulante", a far conoscere il livello di abbrutimento e disperazione a cui siamo ridotti, come uomini e come argomenti, Putin aspettasse pazientemente il tempo necessario (anni!), per farci risolvere, sempre alla meno peggio, i problemi che abbiamo voluto crearci da soli, per farci belli con gli irresponsabili del drammatico momento storico?
Torniamo alla perfezione di Daniele Marchetti e alla foto, insuperabile simbolo a futura memoria.
Al tetro Zelensky, tra i due colossi americani, mancano solo le manette ai polsi con le catene agganciate alle manette dei due energumeni smaccatamente, che chissà perché, incredibilmente ridono. Non sono sorridenti, ridono proprio! Antony Blinken (segretario di Stato) e Llyod Austin (segretario alla Difesa) inviati da Biden a tranquillizzare con promesse, dollari, armi e uomini, il poveraccio che si chiederà se gli andrà sicuramente meglio che a chi, nel secolo scorso, spingeva " la meglio gioventù" ad andare a farsi ammazzare all'urlo storico di "VINCERE! E VICEREMO!"
I due che hanno tanto da ridere in una situazione simile, così vicini al famoso burrone, punto di non ritorno, evidentemente, hanno un solo motivo per tanta allegria: la visione dei dollari. Il loro malatissimo presidente (di sicuro di testa) vede mani inesistenti da stringere, (evidentemente di gente che, secondo lui, vuole congratularsi per la sua grinta, nonostante sembri un sonnambulo).
Loro vedono dollari che non si sa se ci saranno. Perché non si sa, a questo punto, come andrà a finire.
Col poveraccio in mezzo, preoccupato e giustamente depresso (non se la sente di sfruttare le sue capacità recitative d'attore), loro si danno arie da Cives Americani sumus
Non solo non ride, né abbozza un sorriso in questa foto simbolo, ma chi l'ha mai visto in una sola foto, col viso rilassato, dall'inizio della guerra? Proprio come Putin che... in ogni foto, mostra d'avere proprio quello che dovrebbe avere: la morte nel cuore.
La voce del viso... le parole degli occhi
Proviamo a confrontare i volti dei politici sicuramente responsabili, dovesse scoppiare, della pazzoide, incredibile terza guerra mondiale.
Non è un caso unico la voce e le parole emanate dal volto perennemente serio, preoccupatissimo, quasi sconsolato e disperato del russo.
E poi osserviamo la grinta belluina di Biden, fauci leonine spalancate, due fessure per occhi da simil-sonnambulo... disorientato e che vede mani inesistenti da stringere.
Quasi tutta la stampa a fare ipotesi sulle molte patologie pericolose che affliggerebbero il malato russo in fin di vita.
Nessuno avanza il minimo dubbio sull'affidabilità e stabilità della psiche di uno che gironzola, dopo l'arringa, disorientato sul palco.
Siamo onesti: chi, tanto per fare un richiamo in gran voga, vi ricorda più il Führer anzi, se possibile, il peggio del peggio?
Interpretazioni lombrosiane, fisiognostiche e fisiognomiche?
Almeno un po' e statisticamente parlando, ci stanno, altrimenti gettiamo alle ortiche tutta la drammaturgia teatrale, cinematografica, la letteratura e le loro descrizioni visive, fumetti, cartoni animati, Cappuccetto rosso, Biancaneve e Cenerentola.
La "voce del viso" di Putin e Zelensky, è una piccola speranza che si siano resi perfettamente conto della tragica piega che ha preso il precipitare degli eventi e che questa consapevolezza possa contribuire a frenare la voglia di guerra, ahimè, soprattutto della Nato e di Biden. I nostri tempi, grazie alle possibilità tecnologiche, spingono sempre più verso la logorrea, che può essere molto pericolosa, oltre che noiosa, tant'è che a causa sua, non reggo più le trasmissioni televisive. Guardo raramente anche i TG. A volte mi chiamano di corsa perché ritengono che ci sia qualche cosa d'importante. il 28 e il 29 scorsi, mi hanno chiamato d'urgenza "Corri papi... senti la papera che dice! È roba per te!"
Corro e sento la papera (la Palombelli). "Sì, insomma, ho capito, noi tutte le sere facciamo questi discorsi tra noi e ci poniamo le domande. Per esempio, si può sapere se siamo o non siamo in guerra? Il Parlamento perché non ne discute? Chi invia armi solo per la difesa e pensa di ascoltare Zelensky che, giustamente, vuole più armi difensive e sanzioni più forti, è o non è in guerra?"
L'ex ministro Tria fa' chiarezza a modo suo: "Siamo in guerra, perché apparteniamo alla NATO ed è stato attaccato un paese della NATO...". Bella chiarezza, Tria! Meno male che interviene qualcuno a ricordargli che l'Ucraina non appartiene alla NATO.
Discorsi come questi, spingono a considerazioni banali, ma non sempre tratte o sottolineate:
la democrazia, in particolare la nostra in queste circostanze, ha la bella caratteristica, di far discutere e mettere ai voti in parlamento la rivendicazione femminista del trasmettere il proprio cognome ai discendenti, mentre sull'entrata in una guerra che potrebbe essere catastroficamente l'ultima, hanno deciso in due, col solito non accordo all'italiana:
se va bene, i due rivendicheranno il merito della decisione; se andasse male... faranno come Napolitano e Berlusconi con la guerra a Gheddafi (si accusano ancora a vicenda, grazie alla chiarezza di questa repubblica semipresidenziale). Perché, per un argomento così vitale, non hanno fatto, addirittura un referendum, dovendo essere noi, il celebrato e osannato POPOLO a decidere del nostro destino? Semplicissimo: perché, specialmente in questo caso, affidandoci al popolo bue, anziché agli "illuminati guerrafondai", Dra-Mat, smaniosi di aiutare il Bossi ucraino creato dagli USA, cavallo di Troia contemporaneo, il referendum "Guerra sì, guerra no", darebbe l'incredibile esito del sondaggio "Stai con Putin o con Draghi?" (98.38 % con Putin, 1,62 % con Draghi: quasi 125.000 votanti). Perché una cosa è certa e la sanno tutti, ormai: qanti italiani partirebbero, loro stessi, per la guerra? E inoltre, perché se, finalmente, il nostro popolo è stanco della guerra, essendosi vaccinato, con la terrificante ultima, anche contro la malattia infantile del fanatismo nazionalista, figuriamoci cosa pensa di questo attacco infantile d'una parte dell'Ucraina! Visto che Matteo Bassetti, come ho ricordato ultimamente, ha sposato tutti i vecchi argomenti che fecero cadere in disgrazia i presunti no-vax, considerando che ormai si vogliono trovar vaccini contro tutto (anche per l'infarto, oltre che per tutte le possibili varianti Covid) perché qualcuno non suggerisce a Speranza, Burioni e il catastrofico ottimista Galli, di commissionare un vaccino contro la malattia pediatrica del nazionalismo?
Tanti a elencare gli errori commessi da Putin: gli aspetti che ha sottovalutato, le sorprese che ha trovato e che lo hanno fatto impantanare. Sarò troppo semplicistico e dirò una bestialità, sopravvalutando l'ottimo giocatore di scacchi (uno scacchista, anche non brillante, deve prevedere diverse possibilità di mossa dell'avversario, pronto alla contromossa). Putin, ottimo scacchista, certo ormai del sicuro e sempre più vicino ingresso dell'Ucraina antirussa nella NATO, attaccando subito, pensava di evitare proprio d'essere attaccato dalla NATO, in barba a tutti gli accordi.
Il suo errore è stato quello di non ritenere sufficientemente diabolico, quello che per lui è il demonio che, coerentemente, s'è comportato confermando la sua bella reputazione. Insomma, Putin sarà stato un ingenuo, avrà pensato d'imitare una specie di NATO casalinga e russa, ma gli altri hanno visto l'affare e per gli affari si stracciano tutti gli accordi!
Per la prima volta dalla sua "ascesa in campo" (mica era un Berlusconi che, bontà sua, "discendeva"!) c'è da apprezzare, senza se e senza ma, la posizione di Giuseppe Conte, per adesso solo a parole, sperando che non segua la fase Giuseppi. Dice di voler, giustamente, portare in Parlamento, la discussione sull'impegno in guerra, invio di armi e di che tipo: è davvero umiliante essere trattati come sudditi da quei due che, lo ripeto, trattano i parlamentari, come i famosi scrocconi del "bivacco"!
Dovrebbe passare alla Storia come barzelletta, la Palombelli che, ormai ogni sera, chiede ai suoi ospiti: "Sì ... sì, noi ne discutiamo tra noi qui, in televisione, ma in Parlamento, si chiedono se siamo o non siamo in guerra?"
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