L'insuccesso del Movimento Cinque Stelle è la notizia politica di questo primo turno delle elezioni locali.
Vero che si tratta di voto amministrativo, con delle sue peculiarità non ripetibili pari pari nelle Politiche. Ma non c'è dubbio che quella del partito di Beppe Grillo è una grande disfatta. A partire proprio dalla città del comico genovese.
E' finita la luna di miele degli italiani con i grillini. E' finita la pacchia per Grillo, Di Maio, Di Battista e Fico. Arrivano al pettine i molti nodi di un movimento che diventando partito perde la spontaneità originaria e manifesta tutte le sue molte contraddizioni. Dalle cattive performance della sindaca di Roma Virginia Raggi alla scivolata dell'Appendino a Torino, a una governance del movimento molto verticistica e poco democratica, alla scarsa trasparenza e alle divisioni e gelosie interne, al vuoto prodotto dalla perdita di un leader come Gian Roberto Casaleggio che non ha un erede all'altezza, alla mancanza di una classe dirigente matura e competente.
Si ridimensiona dunque il Movimento Cinque Stelle, com'era normale e prevedibile che fosse. Gli italiani non amano le avventure. A volte cavalcano movimenti e partitini di protesta, ma poi al momento opportuno tornano alle opzioni di voto più tradizionali.
Vi ricordate i Radicali?
I grillini restano una realtà importante, svolgono una funzione di pungolo fondamentale, ma da qui a ritenersi il primo partito e a sentirsi pronti a portare il loro leader acerbo e immaturo Luigi Di Maio a Palazzo Chigi ce ne vuole.
In questo senso, dopo questo primo turno del voto di giugno, il Palazzo può brindare allo scampato pericolo. Anche se questo non risolve alcun problema. Anzi, forse ne crea.
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