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Affari di Genio
Saper scegliere nella complessità

Dentro la complessità, loro sanno scegliere. I giovani della Soft Skills Academy di Massimo De Donno hanno una particolarità: si divertono a smentire i luoghi comuni dipinti soprattutto dai media. Fragili, insicuri, impauriti, impigriti: gli aggettivi nei loro confronti si sprecano; come bene riassunse un ministro della Repubblica qualche anno fa, se ne rintracciano alcuni più noti, balzati agli onori della cronaca,  che li riconducono ad una generica ma precisa descrizione: fannulloni. Manuel, che abbiamo intervistato, poco più che ventenne si diverte a smentirci con i fatti. 

Si occupa della locazione di Airb&b e nel tempo libero fa anche il Dee Jay. Frequenta la Soft Skills perchè quest'esperienza gli consente di maturare un codice di comportamento, un tabellario di regole, un abecedario delle buone abitudini, un grumo di norme che gli consentono di generare engagement che poi altro non sarebbe che un inglesismo per dire che se nella vita vuoi riuscire è meglio uscire dalla dimensione morettiana del farsi notare di più non venendo; ma decidendo, al contrario, di esserci sempre quando senti di aver trovato la strada giusta. 

Fare cose e vedere persone se diventa un must attraverso il quale consolidare l'abitudine di generare relazioni, renderà più semplice il realizzare i propri obiettivi. 

Atrofizzati da una generazione che li ha preceduti, imbevuta di narcisismo talvolta patologico, quelli di oggi sono ragazzi che hanno provveduto a mantenere alta la soglia di attenzione verso il proprio sè, sia spirituale che materiale, cominciando a navigare presto, nativi digitali, dentro il mare magnum della complessità riconoscendo nella diversità un valore, un modo di essere che declina un'idea di società uguale e diversa ma comunque unita. A differenza della generazione precedente divisa tra buoni e cattivi, tra ortodossi e irriverenti, tra rossi e neri, tra bianchi e scuri (o neri).

Quelli di oggi sono una generazione fluida, intersex, a volte eccessivamente scivolosa sull'idea dell'identità che muta alla velocità del pensiero e del consumo, ma mantiene almeno uno sguardo autentico sul mondo, complesso ed inclusivo, quindi ricco e generoso, perchè declina la propria volontà di accogliere, di mescolarsi, facendo della diversità una ricchezza. 

Un test improbo per quanti, tra coloro che li hanno preceduti, sono rimasti impantanati nelle sabbie mobili delle ideologie, delle religioni, delle ortodossie confessionali, negli stereotipi  sociali o psicologici o culturali, in cui divenire  parte del gregge, è parte integrante dell'essere. 

I ragazzi della Soft Skills Academy si abituano ad indossare le scarpe del proprio vicino per capire il cammino che ha fatto e non giudicare quindi i passi dell'altro senza prima comprendere come li ha posti in essere e realizzati giorno dopo giorno.

Si cimentano nella vita come un lancio con il paracadute: con la voglia di volare ma con il giusto timore. 

Per questo Manuel a fine intervista definisce la Soft Skills Academy un modo di crescere. 'Crescita soprattutto', ribadisce più volte. 

Si arrampicano sulla montagna della vita con lo spirito dei ricercatori. A volte arrivano in cima, altre volte si fermano a metà. Almeno però ci provano. Si cimentano con le sfide della vita come "cervo nella foresta'' avrebbe detto il compianto Vujadin Boskov. 

Molti di questi ragazzi hanno voglia di scalare le vette della vita. Non vanno bloccati ma aiutati a dotarsi degli strumenti necessari. Qui sono a casa. Trovano quello che gli serve per spiccare il volo. Crescono, appunto. Nello spirito, prima di tutto. Se non si fiacca quello, comunque andrà, avranno dato un senso alla loro vita.

>> Guarda l'intervista <<

Max Rigano

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