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L'avvocato del cuore
Genitori divorziati litigano per la scuola. Ecco come fare per decidere

Buongiorno Avvocato, mi chiamo Roberta e sono mamma di una bambina di cinque anni. Io e il mio ex marito (dal quale ho divorziato l’anno scorso) non siamo d’accordo sulla scuola che, dall’anno prossimo, nostra figlia dovrà frequentare. Lui vorrebbe iscriverla in una scuola privata; io, invece, considerata la precaria situazione economica nella quale mi trovo, non posso fare altro che optare per la scuola pubblica. Come posso risolvere la questione?

Purtroppo, non sempre per i genitori è semplice mettersi d’accordo sulle scelte relative alla vita dei figli. Sia quando la famiglia è ancora unita, a maggior ragione quando non lo è più. I genitori, comunque sia, quando si separano, divorziano o cessano la convivenza (se coppia di fatto), devono continuare a prendere di comune accordo le decisioni di maggiore interesse per i figli. Tra queste, c’è anche la scelta della scuola.

E se i genitori non riescono a mettersi d’accordo? Chi decide al posto loro?
In questo caso interviene il c.d. “terzo genitore”: cioè il Giudice, il quale, convoca i genitori avanti a sé e cerca di trovare un punto d’incontro. Se il tentativo fallisce, le strade possibili sono diverse: il Giudice può affidare la scelta a un terzo (per esempio, ai servizi sociali del Comune); può nominare il curatore speciale o, nei casi più gravi, il tutore; oppure, può sostituirsi ai genitori, decidendo al loro posto, sempre e comunque nell’interesse del figlio.
Come fa il Giudice a decidere chi tra i genitori ha ragione?
In linea di principio, la preferenza dei Giudici è orientata verso le scuole pubbliche. In quanto, queste ultime, sono “espressione primaria e diretta del sistema nazionale di istruzione” (art. 1, legge 10 marzo 2000, n. 62) e del diritto all’istruzione riconosciuto dalla Costituzione (art. 33 comma II° Cost).

La giurisprudenza maggioritaria degli ultimi anni, inoltre, ha evidenziato che, la scelta del magistrato in favore della scuola pubblica, rappresenta una scelta “neutra”, perché non rischia di spingere il bambino verso determinate scelte educative o di orientamento culturale. Questa regola generale, tuttavia, può subire eccezioni se, per le peculiarità del caso concreto, emergono “evidenti controindicazioni all’interesse del minore”. Quindi, per esempio, se il bambino ha difficoltà di apprendimento, di inserimento nel contesto dei coetanei, oppure presenta particolari fragilità personali, la scelta della scuola privata sarà da preferire.

Per concludere, un altro principio che i Giudici tendono a salvaguardare, è quello della continuità didattica. Pertanto, se il bambino ha iniziato il ciclo scolastico in un istituto, salvo casi straordinari, il Giudice preferirà fargli concludere il ciclo iniziato, prima di valutare l’eventuale cambiamento e passaggio in un’altra scuola.

Quindi, gentile Roberta, in base all’orientamento maggioritario dei Tribunali, considerato che Vostra figlia dovrà essere iscritta alla prima elementare, il Giudice (a meno che non ci siano particolari esigenze della bambina) sceglierà la scuola pubblica. Detto questo, il consiglio pratico che mi sento di darLe, è quello di ricorrere al Tribunale in extrema ratio. Non solo per i costi e le tempistiche della procedura, ma, soprattutto, per le ricadute emotive che i conflitti tra i genitori determinano anche nei bambini. Comunque sia, se Suo marito insiste per la scuola privata, sarà lui a sostenerne interamente il costo.

*Avvocato dello Studio Legale Bernardini de Pace

 

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