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Il buono, il brutto e il cattivo
Camilleri e la Sicilia immaginaria (tenera e irritante) di Montalbano
Una scena de "Il commissario Montalbano"

C’è qualcosa di tenero e al contempo di irritante nella descrizione sia pure romanzata della saga di Montalbano, una maschera popolare che sia aggiunge alla tradizione della commedia italiana tra Balanzone e Arlecchino.

Andrea Camilleri ha costruito un territorio immaginario,un isola nell’Isola dove ogni azione,ogni personaggio,ogni luogo sembra non avere nulla di reale,a partire dall’assenza chirurgica della violenza mafiosa,o comune che,un commissario,sia pure di provincia dovrebbe combattere.

Questo è un pregio ma un grande limite dell’Autore,calca la mano sui difetti tutti siciliani,nel rapporto con le donne,col cibo,col mare e con gli amici e colleghi ma rende tutto surreale anche quando si accorge di questa china narrativa e cerca di sterzare verso una realtà che i suoi personaggi sembrano guardare da molto lontano.

La Sicilia non è la Luna,non c’è sempre il sole,il barocco,le melanzane ripiene e la pasta con le sarde,e le corna,sempre immaginate,sussurrate ma mai rese evidenti,anche la fidanzata del commissario è perfetta.abita lontano,sembra Minnie,si accontenta di poco,e vive l’attimo della ripresa televisiva senza immaginare una qualsiasi evoluzione.

Altro discorso è il sicilianismo italianizzato di Camilleri che ha voluto imprimere anche in questo caso un carattere macchiettistico ai suoi personaggi che alla fine parlano una lingua immaginaria,filtrata,compressa tra altre,cui si ispira senza mai essere o il Siciliano o l’Italiano.

La scelta di Camilleri è coerente con l’ironia e il sarcasmo ma produce spesso una deriva che amplificando i difetti e i luoghi comuni,il cannolo gigante sempre in prima linea,trasferisce tutta l’azione nell’empireo cinematografico dove i buoni non muoiono mai,se no, sarebbero guai per l’editore che a Vigata ha trovato l’ultima vena petrolifera della letteratura italiana.

Non spetta a me fare l’esegesi dei testi di Camilleri,che nella sbandierata semplicità hanno qualche pretesa di appartenere anche ad una letteratura più complessa,poiché l’autore ha sempre giocato a fare il modesto,il semplice,quel signore alla mano della porta accanto,anche se probabilmente la realtà era diversa.

E tralasciamo il tema politico,perché anche il vecchio autore è stato saccheggiato per essere strumentalizzato da una certa sinistra sempre a caccia di Santi protettori,lui che probabilmente era l’ultimo comunista vivente.

Ora prepariamoci alla beatificazione e alle messe cantate,che probabilmente lo avrebbero messo in imbarazzo,ma Camilleri raccontando i difetti dei Siciliani (e degli italiani) li ha aiutati a rimuoverli,a renderli televisivi,perchè Montalbano e Augello sono solo attori .

Basta un telecomando per rimuovere tutte le brutture reali del Mondo e della Sicilia.

RIP per Andrea Camilleri,e per favore lasciatelo in pace

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