“Ora dobbiamo correre”, dice Giuseppe Conte al termine del più estenuante dei vertici europei. Il presidente del Consiglio ha saputo sfruttare appieno le sue capacità negoziali di avvocato d’affari (come già era successo per risolvere il caso Autostrade) per zigzagare tra veti e contrapposizioni, scansare trappole e siluri e portare a casa un risultato storico per l’Italia, mostratasi finalmente efficace ed autorevole al tavolo di Bruxelles, e per l’Europa, che ha dato una grande prova di unitarietà, una nuova sensibilità sociale e un’intelligente e pragmatica flessibilità.
Ora si torna in Italia e inizia per noi la fase più difficile, ossia gestire questa massa di denari in arrivo dall’Europa per avviare un grande piano di modernizzazione del Paese in direzione digitale e green. Un’occasione storica per realizzare quelle riforme urgenti e necessarie che attendono da anni, frenate da una classe politica clientelare e corrotta e un sistema di partiti che, rispetto all’interesse generale e al bene comune, ha fin qui privilegiato gli accordi di potere, le spese e gli investimenti politicamente più redditizi e gli arricchimenti personali e di parte.
Si presenta oggi l’occasione per voltare pagina. Serve una classe dirigente, politica, economica, amministrativa e burocratica responsabile e all’altezza dei tempi. Che garantisca stabilità politica e capacità operativa. E’ questo il compito che la storia assegna ai partiti, di governo e di opposizione. Basta con la demagogia e il marketing partitico, basta con gli assalti alla diligenza, torniamo alla politica con la P maiuscola, fatta di visione strategica, competenza ed esperienza amministrativa e gestionale. Giuseppe Conte, premier per caso, ha aperto una nuova strada, ora sta a ciascuno di noi scrivere la bella pagina che la Storia ci chiede di scrivere.
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