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Cose Nostre
Conte con un tunnel vuol far capire che, dopo Genova, nulla è impossibile

Nella sua ultima uscita pubblica prima delle ferie, ospite graditissimo di Ceglie Messapica e della Piazza di Affaritaliani, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto o, se non ha detto, ha fatto capire molte cose politicamente importanti (chi si fosse perso la sua intervista può vedere il video qui sotto).

Il premier Conte a La Piazza di Affaritaliani.it. Il video integrale

Tra le cose che ha detto ha destato sorpresa e scalpore la sua idea, inedita, di un collegamento tra Calabria e Sicilia attraverso un tunnel sottomarino, molto più economico ed ecosostenibile del faraonico e complicato Ponte sullo Stretto di berlusconiana memoria, rimasto finora scarabocchiato sulle carte. La proposta di Conte ha una doppia valenza: una concreta e operativa, logistica... unire la Sicilia al resto d’Italia eliminandone l’antica separatezza e cancellando uno storico handicap economico,sociale e culturale.

Una cosa buona e giusta non solo per il Sud ma per tutto il Paese. Ma ciò che di nuovo va apprezzato nell’idea avanzata in Piazza dall’avvocato premier è anche e forse soprattutto il valore simbolico e metaforico della sua proposta, uscita dai cassetti di Palazzo Chigi non a caso  all’indomani del capolavoro della ricostruzione del Ponte Morandi a Genova.

Genova ha dimostrato che pensando in grande e unendo le forze sociali, imprenditoriali, economiche e politiche intorno a un progetto ambizioso e andando oltre le divisive e onnivore casacche partitiche, si può fare il miracolo di ricostruire un gioiello architettonico e infrastrutturale in tempi record (come apprezziamo di solito nei confronti dei cinesi).

Conte, alla vigilia del piano di riforme da presentare a Bruxelles per portare a casa i 200 miliardi del recovery fund, cui governo e parlamento hanno iniziato a lavorare, ci dice in sostanza che è il momento di osare, di pensare in grande. Perché quel fiume di denari in arrivo ci offre l’occasione unica  di mettere mano,finalmente, a una radicale, profonda modernizzazione del Paese, eliminando gap e ritardi accumulati in decenni di malgoverno di una classe dirigente opportunista, incapace e corrotta.

Grandi opere e alta velocità, dunque. Ma anche banda larga diffusa su tutto il territorio nazionale (con una grande rete unica che metta insieme i diversi operatori, sotto la guida indipendente ed economicamente neutra della mano pubblica statale, come ha sottolineato Conte a La Piazza) e digitalizzazione di tutti i processi, specie quelli della pubblica amministrazione, per dare a tutti il diritto e le pari opportunità di connessione e interazione e conferire snellezza, sburocratizzazione, spersonalizzazione e semplificazione ai processi organizzativi interni e ai servizi efficienti al cittadino, che paga un mare di tasse.

Ma anche infrastrutture fisiche moderne e ben mantenute, porti e aeroporti funzionali e ben vestiti, collegamenti facili su buone strade e autostrade, connessioni intermodali, snodi logistici e infrastrutturali Intelligenti.

Cari italiani pensiamo in grande, dice  Conte in modo diretto... Eravamo un grande Paese e possiamo tornare ad esserlo, recuperando eccellenza, modernità, efficienza e produttività.

Lo dobbiamo a noi stessi e ai nostri giovani, che hanno diritto a un mondo migliore e a un futuro personale e professionale di stimoli, fiducia e benessere. Conte vuol farci un tunnel per spronarci a pensare positivo perché con buona progettualità e olio di gomito nulla è impossibile.

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