Coronavirus: flagello planetario, scontro mortale uomo-nemico sconosciuto
Invidio quei colleghi giornalisti che, con sprezzo del pericolo, del buon senso e della decenza, si lanciano, sempre gli stessi mutando, in intemerate televisive dentro questo infinito all news pandemico, sui temi dell’intero scibile, sostenendo tutto e il contrario di tutto e improvvisandosi epidemiologi, virologi, scenaristi, politologi, urbanisti, sociologi, musicologi, etnologi, giuristi, economisti, polemologi e via dicendo.
Io, che ho la responsabilità di dirigere un giornale (e una redazione di uomini e donne), sul Coronavirus ho taciuto per giorni, adottando la prudenza e una sorta di epochè filosofica (sospensione del giudizio) e cercando innanzitutto di ascoltare, osservare, capire, farmi un’idea, su un fenomeno inedito e molto complesso e pervasivo, che suggerisce osservazione e ricerca, studio e riflessione.
Oggi, sulla base dei dati e delle evidenze empiriche, mi sento di aver maturato un punto di vista e di esplicitarlo condividendolo pubblicamente.
Mi sono cioè convinto che questa del Coronavirus, di cui la scienza non sa nulla e non conosce l’antidoto, non è un’emergenza temporanea bensì un flagello planetario devastante, che durerà certamente per mesi e modificherà profondamente le nostre esistenze.
E’ pervasivo al punto da colpire tutti (e non solo i vecchi malati) in tutto il mondo, non risparmiando l’assessore in prima linea o il medico, il magistrato e il giornalista beccato sul campo. E il mio pessimismo realista si rafforza leggendo che perfino il Papa ha dovuto sottoporsi al tampone faringeo.
Penso dunque che il Coronavirus sarà un’emergenza originariamente sanitaria che però metterà per lungo tempo in ginocchio tutte le economie interconnesse del mondo globalizzato, bloccando le fabbriche, i prodotti e i commerci e condizionando tutte le attività economiche nel mondo. Sicché la crisi diverrà anche finanziaria e si abbatterà su banche e investimenti.
Le strutture sanitarie si riveleranno insufficienti a gestire il fabbisogno di posti letto, di medici e infermieri. Le cure a domicilio saranno inadeguate per mancanza di personale e farmaci.
Si fermerà il turismo, si annulleranno eventi e manifestazioni. Assisteremo a contagi in diretta tv. Eviteremo i luoghi e i mezzi pubblici, i cinema, i teatri, i ristoranti e i bar, le chiese dove pregare e le palestre dove tenerci in buona forma, ci terremo a distanza dai nostri simili, scapperemo via davanti a chiunque abbia gli occhi a mandorla, avremo difficoltà a fare la spesa e trovare esaurienti gli scaffali dei supermercati e delle farmacie.
Sarà una battaglia cruenta, l’umanità intera contro questo nemico sconosciuto e virale.
E non sappiamo chi vincerà.
Un brutto sogno? Un incubo? Speriamo.
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