Domenica a Milano, i due vecchietti
Di Angelo Maria Perrino @amperrino
Domenica mattina a Milano, quasi ora di pranzo. E’ il giorno e l’ora che avevano ispirato Giuseppe Marotta nel suo celebre pezzo sui profumi di ragu’ nei condomini milanesi.(“Il ragu’non è una salsa ma la storia,il romanzo, il poema di una salsa”).
Tempo grigio, alla milanese, nebbiolina, pioggia insistente, giornata uggiosa..
Nei dintorni di piazza della Repubblica, alle spalle del Principe di Savoia, una scena di vita quotidiana che non sfugge per la sua bellezza.
Avanzano sul marciapiede due vecchietti, un uomo e una donna, distinti e ben vestiti. Hanno l’ombrello ma rasentano il muro. Per proteggersi, comunque. Procedono in fila indiana senza parlarsi. E marciano col bastone all’unisono, con movimenti sincroni, come fossero su una canoa o su un tandem. Sono tenerissimi, coi loro capelli bianchi, i corpi piegati dagli anni (specie lei), la determinazione nel voler raggiungere la meta. E infine ci arrivano. Vanno a pranzo al ristorante, accolti con cordialità.
Si capisce che li sono conosciuti e rispettati. Sono probabilmente marito e moglie. E lo sono certamente da qualche decennio. Dai loro passi e dai loro automatismi deambulatori si capisce che sono una coppia da sempre, che hanno passato la vita insieme. Poesia. Ci vorrebbe Jannacci.
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