Fico a Palazzo Chigi con le sue foglie
Tutta questa ammuina dei signori del Palazzo con annesso clero politico-giornalistico maratoneta, per arrivare a che cosa? A un governo Fico, con intorno tante foglie sempreverdi, festose e redivive (con Renzi è tornato il banal grande Pietro Grasso e ora aspettiamo la Boldrini con le sue risorse e tanti altri campioni del consenso popolare).
Ma per favore... ma suvvia, siamo seri... Possibile che nessuna maratona tv e giornale cartaceo sollevi un ditino e dica no? Possibile che in questo profluvio di parole e di piombo, tra tutti questi commissari tecnici del piccolo cabotaggio politico, nessuno si stupisca e alzi la voce? Spettacolo, audience e confusione politica generalizzata, che si trascina dal 4 marzo di due anni fa dopo un verdetto elettorale destabilizzante. E genera mostri...
Tutta questa verbosa e querula agitazione per portare sullo scranno di capo dell’Esecutivo di una grande potenza industriale, al posto dell’usato sicuro del solido e competente Conte, amatissimo dagli italiani, niente meno che il fortunato guaglione vetero-comunista presidente della Camera per meriti esclusivamente politici, assurto due anni fa per spartizione a seconda autorità dello Stato solo perché era l’avversario interno di Di Maio da tenere buono e accoccolato? Ma siamo impazziti? Fico è un politico vintage scialbo e sbiadito, che esprime banalità e luoghi comuni dilatati attraverso la rendita di posizione che gli conferisce la poltrona.
Non si ricorda un suo pensiero, una sua battaglia politica, se non qualche sterile bacchettata di posizionamento Faziosa a Salvini in tema di immigrazione. E nel suo passato politicamente banale non c’è nulla di significativo non avendo mai amministrato neanche una confraternita del peperoncino o una discarica campana!!!
Come potrebbe fare bene a Palazzo Chigi un uomo così in una fase così delicata per il Paese? Arrivò un’auto vuota, si aprì uno sportello e ne scese Fico, avrebbe scritto il grande elzevirista dell’Unità Fortebraccio. Povera Italia... Se è così, al voto, al voto.
Ridiamo la parola agli italiani, senza stronzate e foglie di Fico.
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