Il Conte due, una scolaresca ordinata e competente
Costruita come un abito su misura dall’Avvocato-premier
Il forte calo dello spread e la buona chiusura della borsa fanno nascere il governo Conte 2 sotto i migliori auspici. I mercati mostrano di apprezzare il presidente - avvocato, il suo pragmatismo freddo, il suo razionalismo post ideologico, la sua umanità tutta pugliese, semplice e inclusiva, ma testarda e orgogliosa. Sarà lui, uomo senza partito (ma con solidi agganci personali negli USA e in Vaticano) il vero leader del governo più giovane della storia (47 anni la media).
Un governo in cui, per evitare le laceranti e paralizzanti contrapposizioni rissose tra i partner, sono utilmente scomparsi da Palazzo Chigi i vicepremier. E al posto del fuochista leghista Giorgetti, che, seduto dietro a Conte doveva mediare e integrare la squadra del Carroccio con quella cinquestelle e invece ha sempre messo fuoco, incendiato e rotto, arriva nel delicato ruolo - cerniera di sottosegretario alla Presidenza - un uomo serio, garbato, concreto e di poche parole come il pentastellato Riccardo Fraccaro, uno dei migliori uomini della squadra di Luigi Di Maio.
Allontanatosi per autoesilio l’incendiario Matteo Salvini, sostituito alla guida del dicastero più importante, gli Interni, da una brava prefetta, Luciana Lamorgese, che dovrà portare normalità, esperienza e conoscenza della macchina della sicurezza e delle sue propaggini locali, è finito lontano dai riflettori l’unico leader di partito, Luigi Di Maio, che dallo scranno caldissimo dello Sviluppo economico e del Lavoro, passa al più prestigioso ma più defilato dicastero degli Affari Esteri in giro per il mondo.
Fuori i ministri grillini meno convincenti e competenti come Il focoso gaffeur Toninelli, la bionda inconcludente ex commessa Lezzi che al Sud non sarà rimpianta, la dottoressa Grillo, deludente alla Sanità, la corpulenta e facinorosa Trenta, che resterà’ nei nostri ricordi solo per aver sistematicamente schierato la Difesa contro gli Interni di Salvini in risse epocali. All’Economia non un tecnico paria e senza peso politico come Tria, ma un politico Pd solido come Roberto Gualtieri, molto gradito a Bruxelles, segno della fine delle risse con l’Europa e di una svolta filo-europeista. Per Il resto inevitabile l’uso del vecchio manuale Cencelli tra i partiti e le correnti dei partii, renziani e zingarettiani nel Pd, fichiani e dimaiani nei cinquestelle, uno strapuntino di peso a Speranza di Leu. Molte donne, molti esperti dal buon curriculum, molti debuttanti (a parte il sempiterno Franceschini, uomo di panza e di tessere del Pd, che torna alla Cultura e raddoppia con il turismo).
Un governo all’insegna della temperanza e della freschezza ma soprattutto della freddezza e della competenza, dove nessuno dei ministri (a parte Di Maio) ha il peso politico per piantare grane tali da mettere a rischio la stabilità e la realizzazione dei tanti punti del programma. Una scolaresca studiosa e ordinata. Una squadra costruita con il bilancino dell’equilibrio e della sobrietà come un abito su misura dal sarto giurista devoto di San Giovanni Rotondo. Per evitare che servano dei miracoli per tirar fuori l’Italia dalle secche in cui è finita. Auguri a Conte e al suo team. Ma soprattutto auguri a tutti noi italiani.
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