L’assassinio del carabiniere a Roma, vi stupite?
Solo chi non conosce da vicino i guai, le tragedie, gli strappi e le rotture provocate negli equilibri socio-economici dall’immigrazione incontrollata, solo chi non ha mai fatto un giro in certi quartieri delle grandi città o non ha mai fatto due chiacchiere con qualche dirigente dei carabinieri o della polizia impegnati a gestire tutti i giorni la sicurezza sul territorio può stupirsi dell’efferato assassinio a freddo, con otto pugnalate, del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello, ad opera di due delinquenti nordafricani scoperti in quanto autori di uno scippo e di un successivo tentativo di estorsione nei confronti di una donna.
Lo diciamo da tempo, contro la miopia e le rimozioni della cultura cattocomunista, lassista e tollerante: far entrare sul territorio italiano immigrati senza controllo, ignorare la gestione ordinata e programmata dei flussi, come accade in tutti i paesi del mondo salvo che in Italia, significa fornire quadri e manovalanza alla criminalità organizzata. Ossia riempire le nostre strade di prostitute e prostituti, pusher e borseggiatori, trafficanti di armi e di droga, killer e fuorilegge disposti a tutto pur di guadagnarsi da vivere e poter provare a reagire nei confronti di un destino e un’esistenza senza futuro, senza lavoro, senza affetti, senza niente.
Onore al vicebrigadiere ucciso, eroe dei nostri tempi e solidarietà ai molti suoi colleghi che tutti i giorni, terminali finali e inermi di una politica cieca e irresponsabile, si trovano a gestire veri e propri corpi a corpo con queste bande di giovanotti muscolosi e griffati, privi di scrupoli e pronti a tutto. Contro di loro ci vuole un salto condiviso e unitario di consapevolezza insieme con strumenti di legge severi ed efficaci, senza scappatoie e fughe dalla responsabilità di politici, magistrati e vescovi, sociologi e opinionisti solidali, azzeccagarbugli in servizio permanente effettivo.
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