Renzi, De Benedetti, Mauro e Calabresi: la svolta popolari di Repubblica
Renzi, De Benedetti, Mauro e Calabresi: la svolta popolari di Repubblica. Una cambiale andata all’incasso?
Che cosa ha ottenuto il premier Matteo Renzi fornendo in largo anticipo al finanziere ed editore di Repubblica Carlo De Benedetti la notizia riservata dell’imminente arrivo di un decreto del proprio governo sulle banche popolari? L’Ingegnere, che la borsa l’ha sempre saputa cavalcare, forte di una fonte più che certa - addirittura il Premier - si è precipitato al telefono e ha messo subito in mano al suo agente di borsa fiches da investire per 5 milioni sulle Popolari (“ma non sulla Vicenza“, raccomanda l’Ingegnere che mostra di conoscere in anticipo le porcherie di Zonin, da cui si tiene alla larga salvando i suoi soldi). E ha portato a casa, novello Gordon Gekko, senza colpo ferire, ben 600 mila euro, ossia 20 anni di stipendio di un operaio di Sorgenia, la sua azienda di energie rinnovabili fallita e scaricata sulle banche creditrici, Monte dei Paschi in testa. Fin qui l’Ingegnere, che ha fatto abilmente ciò che avrebbe fatto qualsiasi finanziere in possesso di notizie certe e in anteprima. Chapeau.
Ma il premier Matteo Renzi che cosa ha ottenuto in cambio della generosa dritta fornita all’editore di Repubblica? Una scatola di cioccolatini torinesi Peyrano, come fece anni fa con i belgi della Sgb che De Benedetti tentò di scalare uscendone con le ossa rotte? Una linea editoriale e politica di appoggio e sostegno a Palazzo Chigi e alle liti nel Pd? Una direzione prona e disponibile?
Si sa che Repubblica era diventata a un certo punto fortemente renziana. E molti videro nella cacciata a sorpresa di Ezio Mauro, comunista vecchio stile e tutt'altro che tenero con il giglio magico fiorentino, sostituito - proprio in quei giorni, era il 15 gennaio 2016 - col più morbido e cool Mario Calabresi, un regalo a Renzi. Potremmo titolare: la svolta popolari di Repubblica. Una cambiale andata all’incasso?