Salvini, Di Maio tornate insieme. Gli italiani sono con voi
Da antico sostenitore del governo Conte e dell’alleanza per il Cambiamento di Cinquestelle e Lega, mi auguro che Matteo Salvini faccia un passo indietro e sotterri l’ascia di guerra. E che parallelamente Luigi Di Maio metta da parte il giustificato risentimento e accolga il ramoscello d’ulivo del leader leghista.
L’alleanza inedita e spuria tra i due movimenti-partito antisistema aveva dato positiva rappresentanza alla voglia di discontinuità manifestata dagli italiani, portando lo scompiglio nei vecchi gruppi e assetti del potere.
Il pragmatismo irruento della Lega unito alla severità etica, al socialismo e all’ambientalismo del M5s, avevano creato un mix articolato e strutturalmente complesso ma inedito e vincente.
Nei quattordici mesi di collaborazione e amicizia, messaggini e occhiolini d’intesa tra Luigi e Matteo, sotto la guida saggia e avveduta di un uomo del diritto indipendente e intellettualmente onesto come Conte, molte cose buone sono state fatte, in materia di immigrazione e sicurezza, ma anche di equità sociale e lotta alla corruzione. E tanto c’era ancora da fare.
Vero, i due hanno molto litigato. Ma a loro scusante va detto che hanno dovuto operare in condizioni difficili, col fuoco amico periodico dei Giorgetti da una parte e dei Fico dall’altra e sotto i colpi proibiti di un sistema politico-economico-burocratico-mediatico che, sentendosi minacciato nei suoi privilegi e nel suo potere anche occulto, ha fatto di tutto per uccidere il bambino dentro la culla.
Ma, come nella dialettica hegeliana o marxiana, dentro traiettorie spesso polemiche e a volte cruente, a una tesi si contrapponeva un’antitesi, cui seguiva una sintesi positiva.
Un meccanismo inedito fatto di collaborazione e competizione che aveva reso inutili e di fatto cancellato le altre opposizioni.
Di riffa o di raffa i risultati in questi mesi sono arrivati. E gli italiani in maggioranza hanno perdonato gli screzi e continuato ad aver fiducia nell’alleanza pentaleghista.
Ripartiamo da qui, dunque, cari Salvini e Di Maio. Dal patrimonio condiviso di realizzazioni e dal consenso ottenuto. Abbiate l’umiltà e la saggezza di recuperare le ragioni forti dell’alleanza. Chiudetevi in conclave per rivedere e aggiornare il programma, gli assetti e le persone in base alle esperienze maturate in questi mesi. Valorizzate ciò che vi unisce, ridimensionate ciò che vi divide.
E ripartite con buona lena collaborando per i prossimi quattro anni.
L’Italia ve ne sarà grata.
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