La spettacolarizzazione "sentimentale" della morte di Giulia
L’illogicità dei personaggi pubblici che rendono nota la malattia, dei talent show e dei pomeriggi tv strappacuore è la stessa degli applausi ai funerali
Viviamo in una società affranta, irrazionale, caotica e confusa
L' omicidio di Giulia Tramontano da parte del fidanzato Alessandro Impagnatiello è finito sotto i riflettori, più che per essere l’ennesimo caso di femminicidio, per la sua folle crudeltà. Il che è per così dire normale per il sistema dell’informazione. Dispiace la spettacolarizzazione "sentimentale" della vicenda, anche con il coinvolgimento delle famiglie di entrambi sui media e i social network.
La vita e la morte sono le cose più preziose dell’individuo, di fronte alla seconda l’unica risposta è il silenzio. Non sempre è così. È la stessa illogicità delle canzoni sentimentali dei talent show musicali, delle trasmissioni strappacuore del pomeriggio televisivo, degli influencer e dei personaggi pubblici che mettono in piazza la loro malattia, ma anche degli applausi ai funerali. A differenza delle civiltà tradizionali, in cui l’uomo era un essere spirituale – la spiritualità non è propria solo della sfera della religione, ma anche, per esempio, di quelle dell’arte e del gioco, e in quanto tale è razionale (“Non possiamo definire arte alcunché non sia razionale”, fa dire Platone a Socrate) -, oggi viviamo in una società affranta, irrazionale, caotica e confusa.
Iscriviti alla newsletter