Mattarella valuti tra bene del Paese e interesse dei leader politici
Alcide De Gasperi: “Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alla prossima generazione”
Dopo il venir meno della fiducia di Matteo Salvini al Governo di cui fa parte, la domanda è se si debba andare alle elezioni – con ciò che comporta: tempi stretti, rischio dell’esercizio provvisorio e attivazione della clausola di salvaguardia con aumento dell’Iva – o dare vita a un nuovo Esecutivo espressione dell’odierno Parlamento, cercando in esso una nuova maggioranza.
Quest’ultima soluzione è sostenuta da Beppe Grillo (“Mi eleverò per salvare l’Italia”) e da Matteo Renzi (“La priorità è evitare l’aumento dell’Iva”). Il nodo sostanzialmente è nel Pd: la linea del segretario Nicola Zingaretti è per il no all’alleanza coi 5 Stelle. Pierluigi Castagnetti afferma: “La manovra lacrime e sangue la facciano loro”. Il centrodestra vuole le elezioni: sia Fratelli d’Italia che Forza Italia sperano di partecipare al nuovo Governo.
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispetterà l’iter. E già questo aiuta. Due sembrerebbero gli elementi in particolare da valutare: il bene del Paese e l’interesse dei partiti e anche quello dei loro capi politici. Tornaconto legittimo. Tuttavia non tutti sono Alcide De Gasperi, la cui celebre frase è attualissima: “Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista guarda alla prossima generazione”. Non si può fare il processo alle intenzioni, pensare che Salvini voglia diventare l’uomo forte e Renzi prenda tempo – come scritto da più commentatori – per creare un suo movimento. La domanda è: quanto pesa, a lungo termine, il bene del Paese rispetto al vantaggio dei partiti e dei loro leader?
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