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Lo sguardo libero
Pnrr, Governo di Topolino e informazione
Palazzo Chigi, sede del Governo 

Sconsolante il dibattito in vista delle elezioni del 25 settembre

L’Italia e il suo destino sono concretamente e strettamente legati a quello dell’Europa. Di qui al 2026, il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) prevede oltre 200 miliardi di investimenti e un centinaio di riforme concordate con Bruxelles. Per portare tutto ciò a compimento, il Paese avrebbe potuto avere alla guida del Governo Mario Draghi - fino ad aprile/maggio del 2023, periodo previsto delle elezioni se la legislatura fosse naturalmente finita -, autorevole e competente economista di fama globale, i cui consigli vengono accolti da tutti i leader mondiali - Draghi parla perfettamente inglese -. Di fatto tale prospettiva è stata interrotta – ciascuno si faccia la propria idea per volontà di chi: Silvio Berlusconi, Giuseppe Conte, Matteo Salvini?   

Il dibattito politico in vista delle elezioni del 25 settembre è avvilente. L’impressione è quella del dilettantismo (del resto in democrazia non servono titoli per andare in Parlamento e ogni popolo ha la classe politica che si merita). Il punto è che ci si concentra in modo estenuante sui nomi. Chi sta con chi e chi buggera chi?  Per intenderci: Paperina si coalizza con Pippo se non c’è Zio Paperone. Nonna Papera predilige il colpo a sorpresa e tradisce all’ultimo! Il prossimo Governo? Topolino premier, Paperino all’Interno, Minni agli Esteri, Pluto sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. La sensazione è simile a quanto provato per mesi e mesi con virologi e immunologhi sempre in tv: una mescolanza di ripetitività, superficialità, pigrizia, scelta del tema facile.  Per giunta - altro merito di Draghi-: chi governa un Paese, lavora, non va in televisione tutti i giorni… esistono gli staff di comunicazione e le conferenze stampa per esporre i provvedimenti o far conoscere qualcosa di importante. Joe Biden interviene un giorno sì e uno no a una trasmissione televisiva?

Come diceva Eugenio Scalfari, il giornalista è un professionista dell’informazione. Si spieghino le nuove regole elettorali con cui si andrà a votare. Ci si soffermi maggiormente sui contenuti. Per esempio, siccome esiste il vincolo di bilancio (i soldi che escono dalle casse dello Stato devono rientrare da qualche parte), di fronte a costose promesse elettorali ci si chieda: chi paga?  Chissà, se la stampa avesse chiarito meglio agli italiani il Pnrr, forse il Governo Draghi avrebbe avuto destino diverso.

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