Alienazione Parentale, Ostacolo alla Bigenitorialità
Il dibattito in Italia è ancora caldo. L'Alienazione Parentale esiste oppure no?
Ma la domanda sembra errata nella sua premessa. Infatti, cosa dovrebbe esistere?
Come se dovessimo ancora interrogarci su cosa accade nelle coppie in fase di separazione e sulla triangolazione dei figli che assistono inermi alla follia del loro genitori, troppo intenti e concentrati al gioco della guerra, piuttosto che condividere nuove idee e soluzioni a tutela della prole.
E invece no. Ancora sono pochi, ma rumorosi, coloro che denigrano e sostengono che l'Alienazione Parentale sia un'invenzione a danno di donne e bambini. Un fenomeno che non è annoverato nel tanto famigerato DSM-5, quindi...di che stiamo parlando?
Stiamo parlando, invece, di una dinamica disfunzionale della triade padre-madre-figlio che, in qualsiasi modo la si voglia chiamare, si riscontra nel conflitto di coppia, quando lui e lei si "contendono" il povero figlio che non sa proprio a chi dei due dar retta.
Se avesse la possibilità, scapperebbe da entrambi.
Una dinamica psicologica che presenta il rifiuto del bambino nell'interazione con uno dei due genitori. Alla base di tale rifiuto, spesso, si riscontrano motivazioni che ad una prima lettura appaiono autentiche e genuine, ma analizzandole, risultano frutto di un condizionamento da parte del genitore percepito più "forte".
Qualcuno si chiederà: e come fai a dire che la motivazione del rifiuto è frutto di condizionamento?
Serve un'attenta analisi psicoforense dell'intera famiglia divisa. L'unico strumento in grado di effettuare tale valutazione è la CTU, all'interno della quale è possibile riscontrare le dinamiche di Alienazione Parentale.
La letteratura scientifica è chiara sull'argomento. Basti dare uno sguardo alle centinaia di pubblicazioni internazionali.
Mentre per quanto riguarda la giurisprudenza italiana, giusto un paio di chiarimenti.
I negazionisti, pochi ma rumorosi, citano sempre la famosa sentenza della Cassazione n. 7041/13, ma, in pochi sanno, che gli Ermellini nelle conclusioni rinviano alla Corte d'Appello di Brescia che, a sua volta, in maggio, ribalta la situazione. Infatti con decreto del maggio 2013 censura il comportamento del genitore alienante e stabilisce il collocamento del minore presso il genitore alienato, a prescindere dalla diagnosi di PAS.
Mentre recentemente (luglio 2015), il Tribunale di Cosenza nel decreto n. 778 fa riferimento all'Alienazione Parentale stabilendo la residenza temporanea di due bambini in casa famiglia, affidandoli al padre alienato.
In dicembre 2015, dopo che il decreto di Cosenza è stato impugnato dal genitore alienante, la Corte d'Appello di Catanzaro conferma totalmente Cosenza.
Fine della favola. Mentre i negazionisti gridano, i Giudici fanno le sentenze a tutela dei bambini coinvolti in questo vortice di violenza psicologica che l'Avv. Bongiorno vorrebbe far diventare reato.
Per maggiori approfondimenti, si rimanda al primo sito scientifico italiano sull'argomento: www.alienazioneparentale.it
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