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Rocca sbrocca
Farmaco anti-Covid made in Italy ma è vietato ai pazienti italiani

Al via il V-day ma serve subito uno cambio di passo su gestione sanitaria e più concretezza per il rilancio del tessuto imprenditoriale del Paese. Lo strano caso del farmaco salvavita anti Covid con anticorpi monoclonali di Latina che gli italiani non possono usare ma che finisce all’estero

Serve uno scatto, un sussulto d’ambizione. Superato il Natale di lockdown pandemico dove gli italiani si sono dimostrati, ancora una volta, un popolo civile e rispettoso delle regole, il V-day, il giorno del vaccino del Covid-19 in Italia e in Europa (alcuni Paesi avevano già iniziato la vaccinazione con arrogante scaltrezza) che si è magnificato la scorsa domenica, resta, per ora, una giornata simbolica considerato il numero esiguo di dosi a disposizioni. Adesso serve qualcosa di più. Un diverso stato mentale nell’affrontare le questioni legate alla pandemia da parte del governo e autorità sanitarie nei confronti dei cittadini e del mondo dell’imprenditoria perché in questo 2020, che si appresta a finire, non basta annotare le attenuanti del caso dell’emergenza, più di qualcosa non torna.

Ho sempre fatto fare vaccini ai miei figli e quindi non sono una no-vax ma mi ha colpito leggere tra gli addetti al lavoro che hanno sollevato delle perplessità riguardo eventuali effetti collaterali del vaccino, che il dottor Michael Yeadon ex vicepresidente della Pfizer, abbia chiesto di sospendere la distribuzione del vaccino per effettuare studi più approfonditi. Ecco, qui invoco trasparenza e la democrazia sta anche nel chiedere e avere delle risposte.

Intanto, per il 2021 in attesa che vengano distribuiti tutti gli altri vaccini, mi aspetto di incrementare e dare il via libera alle cure con agli anticorpi monoclonali. Mi aspetto, inoltre, che poi ci sia una campagna vaccinale super organizzata comunicata con chiarezza ma sembra, invece, che un piano pandemico nazionale verrà realizzato nel dettaglio solo quando avremo tutti i vaccini a disposizione.  Mi auspico che il ministero della Salute faccia, nel frattempo, una campagna di comunicazione massiva per chiarire degli aspetti urgenti che mi sembrano prioritari rispetto alla promozione mediatica del Vax day. I cittadini dovrebbero avere una chiara, immediata e trasparente informazione al fine di scegliere con libertà e consapevolezza di sottoporsi alla terapia vaccinale disposizione.

Non si può pensare di andare avanti così nel tempo con la sospensione dei diritti fondamentali e irrinunciabili a colpi di Dpcm con cui si navighi a vista senza un’organizzazione trasparente di medio lungo-periodo e con un concreto piano di rilancio. La notizia che ha fatto il giro del mondo in questi ultimi giorni riguardo lo studio di cure sperimentali  derivanti da farmaco anti Covid con anti corpi monoclonali, pubblicato su “The Guardian” in Gran Bretagna, per esempio, mi spinge a segnalare lo strano caso denunciato dall’avvocato Erik Grimaldi del “Comitato cure domiciliare Covid” riguardo la produzione di un farmaco con anticorpi monoclonali realizzato da un’azienda di Latina che sembrerebbe in grado di neutralizzare il virus del Covid.

Un farmaco, così detto, “salvavita” in quanto agisce nelle prime 72 ore della malattia ed evita l’aggravamento e il ricovero dei pazienti in ospedale. La questione, che mi lascia più di un dubbio, è che questo farmaco, prodotto in Italia, non può essere somministrato ai pazienti italiani ma invece finisce all’estero con destinazione Stati Uniti, Canada e anche Germania.

Secondo fonti giornalistiche sembra che a fine ottobre sia stata data all’Italia la possibilità di sperimentare il farmaco a titolo gratuito ma l’AIFA, l’agenzia italiana del farmaco, e il Ministero della Salute abbiano rifiutato la proposta con la motivazione della mancanza del’’approvazione dell’EMA, l’agenzia europea per i medicinali. L’avvocato Eric Grimaldi promotore del comitato “Cure domiciliari contro il Covid”,  ha spiegato come: “l’Italia potrebbe accodarsi alla Germania che ha attivato la procedura decentralizzata di acquisizione di questo farmaco (secondo la direttiva europea n.83 del 2001) senza dover aspettare i 210 giorni necessari per il via libera e senza aspettare la procedura centralizzata di autorizzazione dell’EMA, che però l’AIFA preferisce, invece, aspettare. 

Ma questo parere stenta ad arrivare anche se siamo in una situazione di emergenza sanitaria da un anno. Non sarebbe meglio utilizzare questo farmaco come sta facendo la Germania? E poi, perché la Germania ha effettuato una procedura decentralizzata per avere questo farmaco mentre l’Italia che lo produce a Latina non ha pensato a questa possibilità in piena seconda ondata? Per il 2021 è necessario mettere in campo  più praticità e trasparenza anche per l’immagine che poi si va a delineare del Paese che è direttamente proporzionale alla credibilità.  Sul conteggio dei positivi al Covid, per esempio, ogni regione conta il numero dei positivi (si è scoperto che il Piemonte calcolava anche i test antigenici) sarebbe adeguato contare solo i positivi con test molecolari.

Poi, se proprio dobbiamo guardare all’estero,  la Germania conta i morti solo per Covid e non con il Covid. Questo, per dire, che ci dobbiamo dare una svegliata altrimenti avremo sempre il numero più alto di morti. La chiarezza sui numeri non è chiedere l’impossibile. Sono diritti dei cittadini ma anche dei giornalisti che lo richiedono a gran voce. Per quanto riguarda, le attività commerciali e le imprese  mi aspetto che nel 2021 la vera parola d’ordine sia semplificazione e che ci sia un aiuto economico effettivo per facilitare la ripresa. Il governo non capisce che se non semplificano e ci tolgono le scartoffie sarà tutto molto difficile. Poi, per esempio, perché dobbiamo pagare la Tari locale se gli uffici sono stati chiusi in zona rossa? Sarebbe giusto potersi sentire dire: adesso concentratevi a lavorare vi leviamo gli incartamenti che sono impegni fastidiosi e levano tempo e denaro per la risalita.

Il rischio è che altrimenti non ci sarà né una vera volontà di ripresa né una vera ripresa perché i costi sulle spalle sono troppi. Ci sono i casi i cui imprese che hanno doppio codice Ateco o nessun codice Ateco e per questo motivo non hanno avuto diritto a nessun risarcimento. Quindi una serie di ingiustizie che alla fine non lasciano scampo alle chiusure. Mi auspico per il 2021 di vedere uno scatto di volontà da parte di chi ci governa che non sia finalizzata alla promozione politica in ogni momento. Vorrei sentire frasi del tipo: “siamo pronti a dimetterci per salvare l’Italia, siamo pronti a fare tutto” e non che ogni cosa sembri un gioco politico per resistere sulla poltrona, perché questo è quello che si percepisce e infastidisce, non poco, le persone. Se c’è qualcuno più bravo e che sa aiutare ben venga.

Il governo ormai è etichettato, visti i bombardamenti mediatici che si ripetono da inizio pandemia, con questa strategia e tipo comunicazione: troppe parole senza dire molto esposta in modo forbito e sicuro a interlocutori che, pur non capendo, alla fine la accettano come corretta. Ma fino ad un certo punto. Ora la gente si è stancata. E quando sarà finita l’emergenza proprio non la sopporterà più. Se si dimostra, e si comunica, che invece,  il governo in carica era disposto a tutto pur di salvare il Paese, persino fare spazio ad una maggioranza più solida di unità nazionale, questo atto di consapevolezza, ebbene sì, il popolo italiano a momento debito se lo ricorderà.

 

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