Primo Sentimenti si è spento a 89 anni il 13 ottobre a Bomporto, nel modenese, stesso paese dov’era nato. E’ stato il più giovane dei quattro storici fratelli a correre sui campi di Seria A, mezzo secolo fa. Un altro calcio, un’altra epoca. I fratelli erano cinque, in realtà. Ma Ennio, il più anziano, pur dotato di ottime doti tecniche non riuscì ad affermarsi ad alti livelli, fermandosi prima. Gli altri erano, nell’ordine: Arnaldo (1914 – 1997), Vittorio (1918 – 2004), Lucidio (1920 - 2014). Contro la quantità, in questo caso, non poté nulla la fantasia; e così si cominciò a chiamarli per numero. Sentimenti II, III, IV, e così via. C’era Pure un Sentimenti VI, Lino il cugino: nato nel 1929 e ancora vivo. 8 anni in serie B col Modena.
Con la morte di Primo, però, se ne va il nocciolo duro di una famiglia che tra folklore e spettacolo ha segnato la storia del calcio italiano in bianco e nero. Detto Pagaia (per l’altezza), Sentimenti V esordì col Modena, dove rimane per quattro stagioni prima di trasferirsi al Bari nel 1949-1950. Passò poi alla Lazio dove già militavano i fratelli Vittorio e Lucidio. Qui disputò sette campionati (201 presenze e 9 reti). Nel 1957-1958 il trasferimento all’Udinese. Due anni in Friuli prima di chiudere la carriera professionistica nel Parma in Serie B. Lì, tra il 1959 e il 1964, collezionò 115 presenze (113 in campionato e 2 in Coppa Italia). La sua ultima esperienza da atleta fu nell’Ostiglia in Serie D. Mastino e trascinatore sul campo, giocò in tutti i ruoli di difesa e anche a centrocampo. Durante la stagione 1963-1964, addirittura accettò il ruolo di allenatore-giocatore per condurre il Parma alla salvezza. E dal 1965 al 1971 fu tecnico del Carpi. In totale, 330 presenza e 27 gol. A rendergli omaggio, ai funerali a Bomporto, saranno in tanti: l’ultimo dei fratelli del calcio, non si dimentica.