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Candela Novembre: "La moda? Questione di attitude". La style icon si racconta









Candela Novembre, it-girl e fashion icon, premiata per il suo stile agli "Stylight Awards”, si racconta ad Affaritaliani.it
Di Maria Carla Rota
@MariaCarlaRota
"La moda? E’ tutta una questione di attitude: non bisogna applicare alla lettera quello che dicono le passerelle. Al contrario. E’ molto più cool, divertente e ‘di moda’ reinterpretare le tendenze seguendo la propria personalità”. Parola di Candela Novembre, it-girl e fashion icon, premiata per il suo stile fashion agli "Styligh Awards”, organizzati dall’eCommerce di moda & lifestyle Stylight per celebrare lo spirito innovativo dei più importanti style trendsetter internazionali di moda, beauty e lifestyle.
Argentina ma milanese d’adozione, Candela ha alle spalle una carriera da modella iniziata oltreoceano, con nomi come Marni, Pucci, Vera Wang e Kenzo, mentre oggi bilancia perfettamente la sua vita di mamma, style icon e it-girl internazionale, ed è fonte di ispirazione grazie ad uno stile che emerge nel panorama fashion digitale. Ha due figlie.
Lei ha un motto ben preciso: "It's fashion not being fashionable”. Nella vita di tutti i giorni come si traduce?
"Gioco molto a non entrare negli stereotipi. Di giorno posso indossare un abito molto elegante, soltanto perché mi va, e poi per una serata speciale scegliere i jeans con un tacco bellissimo e una camicetta. Seguo molto quello che mi sento e cerco di non rappresentare le aspettative degli altri. E così alla sfilata uomo di Missoni sembravo vestita per andare a Cannes, mentre da Valentino ero in jeans camicia di Marco de Vincenzo”.
Non si rischiano però degli scivoloni?
“Certo. Ne faccio tanti io stessa. Ogni tanto mi riguardo nelle foto e dico: ma come mi è venuto in mente di vestirmi così? Poi ci rifletto un attimo e penso che quel look mi permetteva di essere me stessa in quel momento. Era la mia attitude ed era giusto così”.
Oltre 400mila follower su Instagram. Come si è distinta dalle altre style icon?
“In Italia ormai siamo in tante, è vero. Sicuramente aver lavorato nel mondo della moda come modella mi ha aiutato, avevo già tante conoscenza, ma credo soprattutto di aver dato una visione diversa di questo ruolo. Io innanzitutto mi diverto e i follower lo sentono. Sono una mamma e alterno una vita molto disciplinata, in cui vesto i panni della poliziotta che manda a letto presto le bimbe, al weekend lungo su invito di Louis Vuitton, per fare un esempio. Questo mi permette di vivere con gioia e leggerezza momenti che prima davo per scontati o che prendevo molto sul serio. Ora mi godo tutto molto di più e credo che questo piaccia”.
Aspetti negativi dell’essere una it-girl?
“Non ce ne sono, almeno per me. Ho un unico rammarico: non avere il tempo di rispondere a tutte le mail che ricevo”.
Lei è executive editor del magazine Lampoon. Come sta andando?
"Ho iniziato con molte idee, anche se avevo poca esperienza. Dopo un anno mi sono un po’ staccata dal giornale per buttarmi sul web, che sento molto più nelle mie corde rispetto alla carta. Con la Rete si può giocare e si può anche sbagliare. Ora mi sto concentrando molto sui video. Mi piace comunicare con le immagini piuttosto che con le parole. Non è un caso che il mio social network preferito sia Instagram”.
Chi, o che cosa, le piace della moda di oggi?
“Mi piace chi sa sperimentare, come Giorgia Tordini e Gilda Ambrosio di Attico o Jonathan Anderson di Loewe. Mi permettono di mettere insieme capi estremi, mixare codice diversi, sperimentare io stessa insomma. Poi Marni e N°21 di Alessandro Dell'Acqua. Ammiro molto il lavoro che sta facendo per Rochas. E' interessante vedere l'evoluzione di uno stilista, le cui collezioni a volte ti piacciono di più, a volte meno. E' questo il bello della ricerca no?"