Culture

Alle Scuderie del Quirinale "L'Italia è un desiderio": 180 anni di foto

 

Roma, 31 mag. (askanews) - La trasformazione e la rappresentazione del paesaggio italiano in 180 anni, dal 1842 a oggi. La mostra "L'Italia è un desiderio. Fotografie, Paesaggi e Visioni. Le Collezioni Alinari e Mufoco", alle Scuderie del Quirinale fino al 3 settembre, organizzata con Fondazione Alinari per la Fotografia e il Museo di Fotografia Contemporanea, vuole far conoscere il ricco patrimonio fotografico del nostro Paese, spesso poco valorizzato.566 foto, primordiali negativi su carta e vetro, diapositive, lastre, stampe vintage, stampe a colori in grande formato, fino alle modalità più contemporanee.Mario De Simoni, presidente delle Scuderie del Quirinale: "Non solo il paesaggio naturale ma il paesaggio urbano, il paesaggio in cui l'uomo diventa protagonista, all'inizio della fotografia era solo il paesaggio il protagonista, fino ad arrivare alle interpretazioni performative della fotografia contemporanea e alle soglie dell'astrazione, quando l'occhio fotografico rende quasi irriconoscibile la realtà fotografata".Una bella parte della mostra è dedicata allo sguardo dei fotografi dell'800 e della prima metà del Novecento, le cui opere sono conservate negli Archivi Alinari. Giorgio van Straten, presidente della Fondazione Alinari per la Fotografia."C'è una visione più e meno tradizionale di paesaggio ma anche fotografie magari distanti 50 anni tendono a toccarsi, perché la sperimentazione, l'idea che c'è sempre un'occhio che guarda il paesaggio, è sempre al centro dell'idea di fotografia, non è solo legato alle avanguardie o agli anni più recenti".Come nella diapositiva colorata a mano di Giorgio Roster, "Colorazione del cielo al tramonto", di fine '800 sebbene sembri uno scatto sperimentale recente. Il percorso prosegue con le foto dei principali autori della fotografia italiana e internazionale dal dopoguerra ad oggi, attraverso il paesaggio come scenario della narrazione sociale e politica, fino all'esperienza del Viaggio in Italia e ai nuovi linguaggi visuali e contemporanei che confondono e ingannano l'occhio del visitatore.