Economia

Nuovo diritto dell'Ambiente, più conoscenza e politiche premianti

 

Roma, 6 feb. (askanews) - Negli ultimi anni si registrano dati preoccupanti:l'inquinamento, gli effetti nocivi del cambiamento climatico, i disastri naturali sempre più frequenti e devastanti e la crescente vulnerabilità dei Paesi in via di sviluppo. L'era in cui si credeva che l'uomo potesse controllare la naturaè passata. Ora, bisogna prendere atto che certe condotte hanno effetti irreversibili sull'ambiente e agire di conseguenza, tutelando quel patrimonio naturale tanto fondamentale per la vita e il benessere di ognuno di noi.Partendo da queste premesse, ha preso avvio un lungo percorso che ha portato la giurisprudenza, prima, e il legislatore, dopo, ad affermare l'esistenza di un diritto ad un habitat naturale salubre, riconoscendo, solo recentemente, espresso valore costituzionale all'ambiente e alla tutela delle future generazioni, attraverso una revisione degli articoli 9 e 41 dellaCostituzione.Ne parla ad askanews in una intervista il professor Leonardo Salvemini, docente di diritto amministrativo all'Università degli Studi di Milano, autore del libro "Il nuovo diritto dell'ambiente tra recenti principi e giurisprudenza creativa", che sarà anche al centro del dibattito dell'incontro in programma domani presso il Palazzo della Cooperazione di Roma promosso da Confcooperative e dalla federazione Lavoro e Servizi.In sostanza "le Corti non sono l'unico soggetto a cui è devoluta la tutela del patrimonio naturale. Quest'ultima, infatti, ha luogo a diversi livelli di governo, siano essi nazionali o sovranazionali. Accanto a regolamenti, direttive e decisioni europee, evidenzia Salvemini, troviamo numerose fonti del dirittointerno e strumenti di policy. Si pensi al Codice dell'Ambiente, ai regolamenti governativi e ministeriali, agli SDGs, al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e agli indicatori di benessere equo e sostenibile, nonché ai decreti legge, ai provvedimenti di necessità e urgenza adottati dalle autorità amministrative e, non da ultimo, al ruolo regionale, anche nel percorso di autonomiadifferenziata appena avviato".La normativa ambientale deve, quindi, essere prodotta sulla base di alcuni principi essenziali. "Si pensi, ad esempio, oltre all'ormai noto principio di sviluppo sostenibile, a quello di progressione del contributo ambientale e a quello del DNSH, entrambi recentemente comparsi nel panorama sovranazionale e nazionale e oggi idonei anche ad incidere sul PianoNextGeneration EU e, conseguentemente, sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Piano che rappresentano un investimento sul futuro dell'Europa e degli Stati membri, ma anche e, soprattutto, una svolta verso la sostenibilità e una nuova occasione di riscatto dai diversi progetti a tuteladell'ambiente avviati e ancora mai completati", prosegue Salvemini.In conclusione, al fine di uscire dalla fase congiunturale nella quale sopravviviamo, "è necessario diffondere la conoscenza dei principali strumenti di sostenibilità ambientale, di modo che quest'ultimi possano orientare le condotte delle istituzioni e dei privati, con la speranza che la diffusione dei principi ambientali possa rendere possibile l'adozione di politiche premianti e,conseguentemente assicurare ad ognuno di noi un'opportunità di crescita socio-economica e di benessere equo e sostenibile".