Torino (askanews) - "Non credo che sia un voto di protesta ma un voto di persone che non si sono sentite parte di questa amministrazione e di questa città. La capacità di ascoltare e cogliere delle esigenze credo che sia una importante dote di un sindaco. Credo che l'errore sia stato quello e noi ripartiamo proprio di lì: dall'ascolto".Così il neo-sindaco di Torino, Chiara Appendino, incontrando i giornalisti nella prima conferenza stampa dopo la conquista della poltrona di primo cittadino del capoluogo piemontese.Appendino, candidata del Movimento 5 stelle, ha sconfitto al ballottaggio il sindaco uscente Piero Fassino del Pd - con il 54,56% dei voti e oltre 80mila preferenze in più rispetto al primo turno - e ora promette di essere il sindaco di tutti, anche di chi non l'ha votata.Lapidaria la risposta a chi le chiedeva se è pronta a dialogare anche con il presidente della Fca, John Elkann, che ha detto di augurarsi che "continui la tradizione di buongoverno della città"."Il sindaco deve sedersi al tavolo con tutti i soggetti che operano sul territorio - ha detto - lo farò con chiunque rivesta un ruolo in questa città e farò in modo che i torinesi ne possano beneficiare".Nel suo primo discorso da sindaco, Chiara Appendino ha invocato, di fatto, le dimissioni di Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo, che ha fatto approvare un provvedimento che crea un tesoretto da 400mila euro riservato all'aumento degli stipendi dei vertici della compagnia e ha promesso una gestione della Casa comunale, improntata sulla massima trasparenza."Faremo almeno una volta al mese una giunta su Facebook dove i cittadini potranno fare le domande, perché crediamo che il rapporto debba essere sempre più diretto tra chi amministra e chi vive la città - ha concluso Appendino - allora la grande sfida è anche riunire la città affinché i cittadini si sentano parte di questa amministrazione. Io sono pronta, noi siamo pronti e ci aspettano 5 anni che erano un sogno fino a quelche giorno fa, oggi potrebbero essere realtà, anzi sono realtà perché siamo qui al lavoro".