Filosa al comando di Stellantis: ora le scelte cruciali - Affaritaliani.it

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Filosa al comando di Stellantis: ora le scelte cruciali

Dal 23 giugno Filosa è CEO di Stellantis. Razionalizzazione, rilancio dei siti italiani e scelte coraggiose sui marchi: ecco le sfide sul tavolo.

Da lunedì 23 giugno, Antonio Filosa prende ufficialmente il timone di Stellantis. Il manager italiano succede a Carlos Tavares in una fase tutt’altro che semplice:

i segnali di rallentamento in Europa, il difficile rapporto con la Cina, le incertezze sulla domanda di auto elettriche e un portafoglio di 14 marchi da gestire impongono un cambio di passo. Le aspettative sono alte. E Filosa, noto per la sua concretezza operativa e la capacità di affrontare scenari complessi, sembra l’uomo giusto per questa sfida.

Il nodo degli stabilimenti europei

Il cuore pulsante del problema Stellantis, soprattutto per l’Italia, resta la questione produttiva. Gli impianti italiani – da Melfi a Pomigliano, da Cassino a Mirafiori – attendono da anni una strategia chiara. Troppi annunci, pochi modelli realmente competitivi, ritardi sull’elettrico. Filosa dovrà rimettere ordine, e soprattutto dare una nuova funzione agli stabilimenti, scegliendo quali convertire, quali specializzare e, se necessario, quali ridimensionare.

Una strada potrebbe essere quella già tracciata da Tavares: razionalizzare le linee produttive, affidando ai siti italiani i modelli ad alto valore aggiunto, come le Alfa Romeo o le Maserati elettriche, e spostando i volumi più standardizzati verso stabilimenti dell’Est Europa, come Tychy (Polonia) o Trnava (Slovacchia), dove i costi industriali sono più competitivi. Una strategia difficile da comunicare, ma fondamentale per la sostenibilità del gruppo.

Marchi in cerca di identità

L’altro grande tema sul tavolo è il riassetto dei brand. Con 14 marchi attivi – tra cui FIAT, Lancia, Alfa Romeo, Opel, Peugeot, Citroën, DS, Chrysler, Dodge, Jeep, RAM e Maserati – Stellantis è oggi un colosso con molti doppioni e diverse sovrapposizioni. La gestione di questa pluralità richiede scelte nette. Alcuni marchi, come FIAT e Citroën, condividono già piattaforme nel segmento B, pur offrendo modelli con design e posizionamenti differenti. Lancia e DS si muovono su terreni simili, nel compatto premium, ma con ambizioni e risultati ancora molto distanti.

Filosa potrebbe razionalizzare la struttura, accorpando funzioni di sviluppo, marketing e produzione, lasciando in vita le identità più forti e sacrificando quelle che non hanno più un chiaro piano industriale. Chrysler, ad esempio, negli USA sopravvive con una gamma limitatissima. DS, in Europa, fatica a costruire fedeltà. Lancia ha avviato il rilancio, ma con una nuova Ypsilon più raffinata e costosa che, almeno per ora, non ha replicato i volumi della precedente generazione. Decisioni drastiche non sono escluse.

Elettrificazione e scelte obbligate

Sul fronte powertrain, Stellantis si trova a un bivio. La strategia multipla – con motori endotermici, mild hybrid, plug-in e full electric – ha garantito flessibilità, ma anche dispersione di risorse. Filosa potrebbe puntare a una semplificazione drastica: accelerare sulle piattaforme elettriche STLA, tagliare lo sviluppo di nuovi motori termici e mantenere solo i propulsori mild hybrid modulari per i modelli entry-level, come Panda, C3 o 208.

Il nodo sarà la redditività: l’elettrico, per ora, non garantisce margini. E senza incentivi statali, i volumi rischiano di crollare. Per questo le future scelte su cosa produrre, dove e con quali motorizzazioni, saranno cruciali anche per le fabbriche italiane.

Le fabbriche italiane al bivio

C’è un filo sottile tra razionalizzazione e disimpegno, e Filosa dovrà saperlo percorrere con equilibrio. Perché se è vero che Stellantis deve tagliare gli sprechi – come le campagne marketing fuori tempo o i progetti poco allineati al mercato reale – è altrettanto vero che il rilancio del gruppo non può prescindere da una chiara strategia per l’Italia.

Serve far ripartire gli impianti, dare una missione industriale alle fabbriche, uscire dalla logica dei proclami e delle promesse non mantenute. Se ciò non accadrà, le tensioni con i sindacati e con il Governo diventeranno inevitabili. Ma se Filosa riuscirà a coniugare efficienza e identità, puntando su modelli giusti e su produzioni sostenibili, Stellantis potrebbe finalmente tornare a essere protagonista nel suo Paese d’origine