Roma, 27 mar. (askanews) - E' un film sul tempo che passa e sulla vanità "Il ritorno di Casanova", la nuova opera di Gabriele Salvatores, presentata in anteprima al Bifest di Bari, nei cinema dal 30 marzo. Un affermato regista, interpretato da Toni Servillo, che non accetta il passare del tempo, decide di ispirarsi all'opera di Arthur Schnitzler per raccontare l'ultima avventura di un Casanova ormai anziano, interpretato da Fabrizio Bentivoglio. Durante le riprese il regista si accorgerà di essere molto simile al personaggio che mette in scena: "Non è un film biografico, ovviamente, autobiografico, non è la mia storia, però ci sono tanti pensieri, paure, dubbi, ansie, che negli anni sono venute fuori e che in questo momento della vita è arrivato il punto di considerarli un pochino, di guardarli in faccia" spiega Salvatores.Il regista, che debuttò 40 anni fa con il primo lungometraggio, crede fortemente nel futuro del cinema nelle sale e pensa già a dei progetti futuri: "Sono due progetti del cinema che ho sempre amato, di quel tipo di cinema che mi ha fatto cominciare a fare questo lavoro: due progetti se vuoi classici, con un bel racconto, con un inizio, uno svolgimento e una fine, che a differenza delle serie televisive si chiude, c'è un finale".