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Abbiati, dal Milan alle Harley Davidson: "Un raduno come non si è mai visto a Milano". Su Donnarumma...

Di Giordano Brega

 

 

“Sabato 13 luglio faremo un raduno di Harley Davidson per tutti gli appassionati di questo marchio. La manifestazione si svolgerà qua in concessionaria in viale Certosa. Dopodichè verso le 17.30-18 partiremo per un run per la città di Milano. Una cosa, con le Harley Davidson, che non è mai stata fatta a Milano. Sarà una prima volta, è un esperimento che proviamo a fare”. Lo spiega Christian Abbiati ai microfoni di Affaritaliani.it. L’ex portiere del Milan da qualche anno ormai è proprietario del Gate32, concessionaria di Harley Davidson a Milano. “Ci aspettiamo intorno alle 350 persone, quindi circa 250 moto”, sottolinea Abbiati. Che i tifosi del Diavolo ricordano sempre con grande affetto: lui che fu eroe della semifinale di Champions League del 2003 contro l'Inter (l'anno che vide poi trionfarela squadra rossionera in finale contro la Juventus di Lippi), di tante parate spettacolari e scudetti indimenticabili (in primis quello del 1998/99 quando divenne titolare del Milan di Zaccheroni a soli 22 anni a partire dalla prima giornata del girone di ritorno e fu protagonista di interventi decisivi nella corsa che portò al tricolore).

Come nasce la tua passione per le moto e per le Harley Davidson?
“Ho sempre avuto la passione per le due ruote. Con le Harley Davidson ho iniziato circa 10 anni fa a coltivare questa passione. Andando in vacanza qualche volta in America mi sono avvicinato a questo marchio. Da lì è nata la mia passione. E oggi è passione e lavoro”

La tua prima Harley qual è stata?
“E’ nel garage: un 1.340 degli anni ’60. Non funziona, ma è sempre nel box. Probabilmente me la porterò con me… a miglior vita”

Dopo vent’anni a grandi livelli in serie A e tante stagioni a difendere la porta del Milan hai iniziato un business completamente al di fuori del calcio. Cosa ti ha portato su questa strada?
“Sono sempre stato un precisino. Sono uno che programma un po’ tutto. L’inaugurazione della concessionaria di Harley Davidson è stata esattamente il giorno della mia ultima partita in serie A. Come ho finito di giocare a calcio… ho smesso una passione e ne ho iniziata contemporaneamente un’altra”

Parlando del tuo Milan e di portieri il discorso porta inevitabilmente a Donnarumma. Tu pensi che sia giusto venderlo di fronte a una buona offerta, in ottica Fair Play Finanziario, o proveresti a tenerlo in rossonero?
“E’ un ragazzo giovane, ha il futuro davanti. E’ uno dei migliori portieri che ci sono in circolazione, a soli 20 anni. Ovvio, se devo guardare le tasche della società... dove deve investire per rifare parte della squadra è normale che il primo nome che viene in risalto è quello di Donnarumma. Perché ha una quotazione alta che permetterebbe al Milan di incassare parecchi soldi”

Chi sono oltre a Donnarumma a tuo parere i portieri italiani più forti?
“Non mi piace fare nomi. Ma devo dire che la scuola italiana dopo un periodo di buio è tornata con portieri molto validi. Si dà più spazio ai giovani: quest’anno hanno giocato in serie A tanti portieri giovani. Sia italiani che stranieri. Questo secondo me è molto importante”

Qualche ricordo. Tra i portieri della tua epoca chi sono stati i tuoi grandi rivali?
“Ho iniziato quando c’era Pagliuca, Toldo, Sebastiano Rossi con me. Io e Buffon eravamo i più giovani vent’anni fa quando abbiamo iniziato”

Chi ti ha insegnato di più tra i portieri con cui sei cresciuto?
“Sicuramente Sebastiano Rossi, con cui ho condiviso i primi cinque anni che ho fatto al Milan. Sebastiano mi ha insegnato”