Coronavirus. Il turismo mondiale comincia a valutare le perdite - Affaritaliani.it

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Coronavirus. Il turismo mondiale comincia a valutare le perdite

Daniele Rosa

1600 milioni di dollari,la perdita stimata delle compagnie aeree Usa nel 2020.

E i primi dati sul crollo del turismo a causa del Coronavirus cominciano ad arrivare e sono preoccupanti.

Solo per le compagnie aere americane, secondo Tourism Economics,  si stima una perdita pari a 1600 milioni di dollari. Sulle compagnie aeree cinesi i numeri non sono ancora ufficiali ma non potrebbero essere meno pesanti.

E pure le grandi crociere della Carnival e della Royal Caribbean sono state costrette a cancellare oltre venti crociere per il paese asiatico e molte altre per differenti destinazioni.

Il Coronavirus e le perdite mondiali nel turismo

Eppure la partenza turistica dell’anno aveva tutte le premesse per una stagione molto positiva: dalla fine della guerra commerciale tra Usa e Cina, il risveglio di alcune economie e eventi internazionali di rilievo come le Olimpiadi di Tokio erano tutti aspetti positivi. Ma i 28000 casi di infettati e i 563 decessi in Cina non potevano non creare allarme.

Prima della pandemia l’OMT(l’Organizzazione Mondiale del Turismo) aveva una previsione di crescita del turismo mondiale del 3/4%, rispetto ai 1500 milioni di turisti dell’anno passato.

Oltre 30 compagnie aeree internazionali hanno sospeso i voli sul Paese e in una settimana sono stati cancellati ben 25000 voli. Immaginabile che la situazione alberghiera in Cina sia drammatica. Alberghi vuoti e occupazione calata del 75%. Oltre 7000 passeggeri in quarantena in due crociere a Hong Kong e Giappone.

I turisti cinesi nel panorama mondiale del turismo hanno un peso importante, basta pensare che, nel 2108,150 milioni di cinesi hanno speso la considerevole cifra di 277000 milioni di dollari.

Il Coronavirus e le perdite mondiali del turismo

E tutto questo influisce sopra la maggior parte dei paesi.Un esempio su tutti l’americana Disney ha dichiarato che perderà 175 milioni di dollari e manterrà chiusi i due parchi a Shanghai e Hong Kong.

Fra i pochi paesi che  non hanno messo divieti alle visite cinesi vi è l’Australia.Il Paese, indebolito dagli incendi, non può’ permettersi di perdere una fascia di turisti che, solo nell’anno scorso, sono arrivati in massa, quasi un milione e mezzo, spendendo 13400 milioni di dollari.

Tutti gli osservatori sono d’accordo sul recupero del turismo mondiale, così come fu per la Sars del 2003. Alcuni pensano che saranno necessari quattro anni mentre il Consiglio Mondiale di Viaggi e Turismo ipotizza un po’ meno di 20 mesi.

Quanto perderà l’Italia, paese turistico d’eccellenza anche per i cinesi, non è ancora dato sapere ma il conto potrebbe essere  molto salato