Coronavirus, Macron richiude la Francia. E Conte non esclude di imitarlo - Affaritaliani.it

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Coronavirus, Macron richiude la Francia. E Conte non esclude di imitarlo

Lombardia e Campania le regioni più a rischio

Il rischio di un secondo lockdown si fa sempre più concreto. MAgari mirato, con coprifuoco e zone rosse in regioni più a rischio come Lombardia e Campania. Comunque, Giuseppe Conte non esclude più misure restrittive, magari nel periodo di Natale. E intanto Emmanuel Macron chiude già tutto a Parigi per i numeri sempre più alti di diffusione del Covid in Francia.

CORONAVIRUS, MACRON RICHIUDE PARIGI

Il virus spegne Parigi e le grandi citta' francesi. Per frenare l'epidemia di Covid, in Francia entra in vigore da sabato notte il coprifuoco: lo ha annunciato il presidente Emmanuel Macron, in diretta televisiva, confermando l'ipotesi che circolava con insistenza da giorni. Durera' tra le 21 e le 6 del mattino, partira' sabato a mezzanotte e sara' in vigore per l'Ile de France e Parigi e anche per altri grandi metropoli: Grenoble, Lille, Lione, Aix-Marseille, Rouen, Tolosa e Montpellier. Il tono fermo e deciso, cercando di rassicurare il Paese, Macron non ha nascosto che la situazione e' "preoccupante". Del resto nel Paese la seconda ondata del coronaviurus appare irrefrenabile: nelle ultime 24 ore sono stati registrati altri 22.591 casi, sopra la soglia dei 20 mila per la terza volta in sei giorni; il numero dei morti e' aumentato di 104. "Dobbiamo far scendere questi 20 mila casi a 3/5.000 casi. I 200 ingressi in terapia intensiva debbono essere ridotti". Una decisione forte, ma presa per "proteggere i bambini e gli anziani e il nostro sistema sanitario": l'obiettivo e' "ridurre i contatti privati che sono i piu' pericolosi". La misura durera' "almeno quattro settimane". "Andremo poi in Parlamento -ha gia' preannunciato- per prolungarlo fino al primo dicembre. Sei settimane e' il tempo che ci sembra utile". Dalle 21 in poi, la gente dovra' stare a casa, saranno permessi gli spostamenti necessari ma bar, cinema e ristoranti dovranno rimanere chiusi. Sollecitate anche altre raccomandazioni: non piu' di sei a tavola, anche in privato, portare la mascherina il piu' possibile, ci saranno controlli e multe da 135 euro per chi violera' il coprifuoco, fino a "1.500 euro in caso di recidiva". Non ci sara' invece il divieto di spostarsi da una regione all'altra. Misure non facili, soprattutto per i giovani: "Non e' facile avere venti anni nel 2020", ha riconosciuto il presidente. Ma e' uno sforzo che va fatto: "I francesi sono stati esemplari" in primavera durante il lockdown "perche' l'obiettivo era proteggere i piu' fragili", adesso non bisogna abbassare la guardia. "Sarebbe sproporzionato ri-confinare il Paese, ma dobbiamo ridurre i contatti piu' pericolosi. Quello che spero e' che siano tutti consapevoli dei rischi e della posta in gioco. Dobbiamo fare lo sforzo di proteggerci l'un l'altro". Il titolare dell'Eliseo ha anche promesso "misure economiche di sostegno supplementari" per i settori colpiti dalle nuove misure. "Cercheremo di aiutare i teatri, i cinema", sara' garantita la disoccupazione ai lavoratori di settori come hotel, ristoranti. "Metteremo in atto misure aggiuntive perche' non voglio che i nostri imprenditori, le piccolissime imprese, le Pmi falliscano a causa di questo coprifuoco". Ma bisogna prepararsi e resistere. Anche perche' "dovremo convivere almeno fino all'estate del 2021 con questo virus: gli scienziati su questo sono stati chiari". 

Covid: Conte, collaborare. Si vince o si perde tutti insieme

Per il premier Conte si apre la partita con l'Unione europea sul 'Recovery fund'. Con l'auspicio che ci sia una 'finestra' a gennaio in modo che non si debba aspettare per i finanziamenti la prossima estate. Sullo sfondo resta aperta la questione Mes ma anche oggi i pentastellati intervenuti ne dibattito sulla Nadef hanno chiuso all'utilizzo del fondo Salva Stati. "Aspettiamo il piano sulla Sanita' e poi accelereremo. Tanto ci si arrivera'", dice un 'big' dem. "Se ci sara' da salvare la comunita' non faremo questioni ideologiche. Abbiamo un progetto integrato con le varie risorse, se dovessero mancare risorse, io sono disposto", afferma il presidente del Consiglio. A preoccupare l'esecutivo ora e' la risalita dei contagi. Con la possibilita' che si arrivi a chiusure selettive, con misure proporzionali e adeguate, la posizione del dell'esecutivo. Si monitora soprattutto la situazione in Lombardia, e in particolar modo a Milano, e in Campania. "Occorre rispettare le regole restrittive varate dal governo. E smettiamola con le polemiche e i dibattiti. La formula vincente e' collaborare", dice Conte, "questa nuova ondata la affronteremo con grande senso di responsabilita'. Dipende dai cittadini. E' una partita in cui vinciamo o perdiamo tutti". Ma resta la tensione con le Regioni. Sia sull'argomento scuola, con il premier e la ministra Azzolina che hanno detto no alla proposta di alcuni governatori di riprendere la didattica a distanza per gli studenti degli scuole superiori, sia sul tema dei trasporti. Oggi si e' tenuto un tavolo ad hoc al quale ha partecipato la ministra delle Infrastrutture, De Micheli. Si e' ragionato sulla possibilita' di agire ulteriormente sugli scaglionamenti degli ingressi degli studenti, una richiesta portata avanti anche dai governatori, anche se resta di difficile attuazione. "Si potrebbe ragionare anche sugli scaglionamenti per gli uffici", osserva un presidente di Regione. I timori maggiori sono legati ai posti in terapia intensiva. Perche' se e' vero che, come sottolinea una fonte di governo, "il sistema regge", e' altrettanto evidente che i dati sui contagi cominciano ad essere preoccupanti, tanto che il virologo Crisanti questa mattina ha parlato dell'eventualita' di un lockodwn entro Natale.

"Non faccio previsioni - premette il presidente del Consiglio -. Mi occupo di prevenire. Non potete pensare che il governo risolva il problema, e' stata la comunita' nazionale che ha affrontato il problema con grande senso di responsabilita'". Ed ancora: "Se cresce il numero dei contagiati, delle persone in terapia intensiva, andiamo di nuovo in difficolta'. Forse piu' che le Regioni dobbiamo chiudere temporaneamente determinate aree di una regione, capire quali sono i luoghi dove ci sono piu' contagi. Se si generalizza si crea piu' danno che beneficio". La preoccupazione serpeggia alla Camera e al Senato. Domani a Montecitorio si riaprira' la discussione sul voto a distanza: il Pd e M5s sono per il si', ma c'e' la contrarieta' di Iv, Fdi e FI. Sui numeri, invece, nessuna battuta d'arresto per la maggioranza. Al Senato lo scostamento di bilancio e' passato con 164 voti, alla Camera con 325. Intanto Zingaretti, sulla base del nuovo clima positivo post-Regionali con i pentastellati, e Renzi rilanciano la necessita' di un patto di fine legislatura mentre le forze di maggioranza e opposizione sono gia' alle prese con il prossimo appuntamento elettorale: il passo indietro della Appendino ha spianato la strada ad una possibile intesa Pd-M5s a Torino, mentre a Roma il partito del Nazareno e' fermo sulle primarie e punta ad una piattaforma programmatica di dieci punti; nel centrodestra un nuovo 'round' sulle possibili candidature (oggi Salvini ha incontrato parlamentari e consiglieri della Lega del Lazio) ci sara' domani, con un nuovo vertice tra i leader della coalizione. I rosso-gialli dopo aver sminato il terreno sulla Nadef, ora puntano a stringere sulla manovra con un nuovo vertice in serata. Per quanto riguarda l'attivita' parlamentare in Aula alla Camera presto approdera' il testo sull'omofobia ed e' attesa in Parlamento anche la discussione sulle modifiche ai dl Salvini, con i dem che stanno lavorando sulla possibilita' di allargare la protezione umanitaria, con la tentazione di rilanciare - magari abbinandolo al dl immigrazione licenziato dal governo - il tema dello ius culturae.